lunedì 14 dicembre 2015

Lo studio dietro a un romanzo e la non-verità sugli alieni. Parla Dario Giardi


Dario Giardi è l'autore del romanzo DNA per cui recentemente abbiamo scritto una recensione.
Noi di Storici&Salottiere l'abbiamo intervistato, anche sul tema degli alieni che nel suo libro ben s'intreccia col tema della religione in una storia fantascientifica un po' vera un po' finzione. 

1) Ciao Dario! Innanzitutto grazie per l'intervista. Per prima cosa vorremmo sapere cosa fai nella vita. Immagino tu non sia solo uno scrittore. 
Sono un ricercatore in campo energetico e ambientale. Ho lavorato presso istituzioni ed enti di ricerca. Fuori dal lavoro ho molti interessi. Amo la fotografia e la musica ma è nella scrittura che trovo massimo benessere. Nasco in questo campo come autore di guide turistiche. Ne ho scritte sia con la casa editrice Polaris di Firenze e sia con la Lighthouse Publisher di New York. Sono guide insolite e del mistero, dedicate alla mia grande passione: l’arte e la cultura celtica, etrusca e romana. Proprio su tali temi collaboro costantemente con riviste di archeologia misteriosa (Italia Misteriosa, Fenix, Xtimes). Per Leone Editore ho pubblicato il suo romanzo d’esordio: “La ragazza del faro”. “Dna” è il mio secondo romanzo.
Per chi vorrà seguirmi questo è il mio account twitter: www.twitter.com/dariogiardi

2) Sulla terza di copertina c'è scritto che stai preparando un film. Ce ne puoi parlare? 
Sto lavorando alla sceneggiatura di un progetto cinematografico internazionale: un film fantasy/documentario sulla civiltà celtica, prodotto da una casa di produzione svizzera.

3) Da dove è nata l'ispirazione per DNA? 

Sono un appassionato di archeologia misteriosa e di mistero a 360 gradi. Come autore di guide turistiche sono sempre alla ricerca di nuovi filoni di indagine per scoprire luoghi inesplorati del nostro territorio, simbologie e antiche civiltà. Durante queste ricerche ho scoperto che la Chiesa, tramite l’Ordine dei Gesuiti, investe somme inimmaginabili per l’osservazione del cielo e per la ricerca astronomica. L’ho trovato curioso… almeno per quella che è la mia idea di fede. Ho iniziato a pormi delle domande e da queste è nata l’ispirazione.

4) Che lavoro di studio hai affrontato per scrivere? Ad esempio: hai visitato di persona ogni sito citato nella storia? 
Ho mescolato continuamente due piani: quello della verità e quello della finzione. Tutti i siti dei ritrovamenti, i luoghi o le civiltà cui si fa riferimento nel testo, sono effettivamente esistenti e sono stati personalmente visitati e studiati. C’è molta verità, molta scienza, elementi di paleontologia, di astronomia così come di fisica quantistica. Su questi temi poi, chiaramente, si è romanzata la storia varcando il confine ed entrando nella fantascienza. In realtà, però, questo confine a mio avviso è molto soggettivo… cosa è davvero scienza? Cosa è verità?
Ho contattato esperti del settore sia per le parti relative alla paleontologia/antropologia e sia per gli aspetti più tecnici legati ad altre scienze come la speleologia. Ritengo, infatti, che per far calare il lettore verosimilmente all’interno di una situazione questa debba essere studiata nel dettaglio dalla scrittore.

5) Cosa pensi degli alieni, che in DNA sarebbero entità veramente esistenti? 
Siamo soli nell’universo?
Difficile dirlo e poi sarebbe davvero rassicurante darsi una o l’altra risposta? Cosa sarebbe più inquietante: sapere di essere davvero soli tra milioni di galassie o essere certi dell’esistenza di nostri fratelli sparsi nel cosmo?
Quando si parla di vita extraterrestre, in genere ci si divide in due partiti: chi la esclude categoricamente e chi è sicuro della sua esistenza. Il dibattito è viziato prima di tutto da un’idea di sviluppo della vita sul nostro pianeta che in realtà, anche per molti scienziati, presenta ormai molti buchi neri. Senza considerare che, abbandonando quel velo di presunzione, dovremmo accettare il fatto di non sapere nulla di cosa sia potuto accadere precisamente in miliardi di altre galassie nel corso di miliardi di anni.
La scienza e la tecnologia da sole non bastano mai. A cosa ci hanno portato? Il progresso ci ha consegnato lavori alienanti, vacanze frenetiche e ci ha lasciato un grande vuoto dentro. La cosa di cui tutti noi siamo più affamati è il significato della vita ed è proprio quello che la scienza non ha saputo fornire. Solo in parte le religioni hanno saputo riempire tale vuoto e così tutti noi continuiamo a ricercare un ‘senso’ per il nostro esistere. Non voglio dire che questo ‘senso’ debba essere necessariamente una verità. Possiamo anche solo immaginarlo ma vogliamo che qualcuno accenda la stanza buia dove sogni, speranze e verità si confondono.


6) È previsto un seguito? 
No. Sono un curioso di natura. Mi annoierei. Meglio spaziare su altri generi e altre storie da raccontare.

7) Un consiglio per gli aspiranti scrittori?
Sono un emergente anche io… posso dire che se si ha qualcosa da dire allora è giusto che si scriva. L’importante è non essere banali e non dimenticare di emozionarsi ed emozionare.

Grazie per l'intervista!
- Lynn

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