Qualche mese fa abbiamo letto un romanzo breve, dal titolo "Ah...Ahh...Ahhh...", abbiamo scritto una recensione e siamo stati premiati. Ora è arrivato il momento di scoprire chi si nasconde dietro questo libro. Ci siamo riusciti, a metà... Buona lettura!
- Salve, si presenti ai lettori in due righe!
Il mio nome è Nuwanda,
NuwandaNuwanda. Nuwanda c’est moi! Io sono io e non potrei essere nessun altro.Non
sono altro che io.
Scherzo, ma se davvero
siete intenzionati a sapere qualcosa in più su di me ho un blog http://eadessochecosaseidispostoafare.blogspot.it/
- Abbiamo letto il romanzo “Ah…Ahh…Ahhh…”. Come è nata questa idea?
Non saprei dirlo con
esattezza. La realtà è che le idee nascono all’improvviso, dalla necessità di
trovare una soluzione, però, solo quelle che superano la “nottata”, la
gestazione, che si riescono a trascrivere e poi resistono nel tempo,valgono la
pena di essere realizzate. Questo romanzo nasce da un senso d’incomunicabilità,
il fatto che una parola, un’espressione o un libro possa generare nel nostro
interlocutore una reazione diversa, persino contraria al nostro stesso volere,
mi ha spinto a impugnare la penna per fermare queste sensazioni. Basti pensare
come una risata possa sconfinare in un pianto, il suo esatto opposto, allora
tutto può essere fonte di fraintendimenti. Ho voluto trattare quest’argomento
in chiave ironica, perché credo sia la strada migliore per veicolare alcuni
messaggi, altrimenti più difficili da far passare. A questo proposito, amo
ricordare i giullari di corte, che nella loro infinita sapienza, erano gli
unici che potevano burlarsi di taluni poteri, protetti da un loro modo giocoso
di vedere le cose.
- Il titolo suggerisce una differente lettura in base al tono con cui viene pronunciata, come sottolineato nelle prime pagine. Qual è, per lei, la lettura giusta?
Non ci crederà, ma io
ogni volta la leggo in maniera diversa, in base allo stato d’animo del momento.
Mentre scrivevo il romanzo, la leggevo più come un senso di dolore, una volta
terminato invece l’ho interpretata come un’emozione di gioia: questa è la
difficoltà di esprimere un concetto. Proprio il fatto che, su una singola
parola, possano esserci più opinioni, tali da non distinguere più la verità,merita
una profonda riflessione. Qui cade la certezza matematica, ad esempio di un
2+2=4, perché dialogando, gesticolando, la nostra somma aritmetica potrebbe
portaci anche un valore diverso, non previsto.
- Il romanzo spazia dal noir al drammatico con sfumature dal sapore grottesco. Un esperimento forse azzardato, ma riuscito, di combinazione di generi. Una scelta voluta e studiata nei dettagli?
La ringrazio per questa
domanda così acuta. Sono tanti i messaggi che volevotrasmettere in questo
romanzo e legarmi a un solo genere, non mi avrebbe lasciato i margini di
manovra che ricercavo. Subito ho pensato a un romanzo breve, che poi anch’esso
è un sottogenere di un genere, ma in questo caso la scelta è stata dettata dal
fatto che ormai si legge troppo poco e poi trovare qualcuno che presti tanta
attenzione a un totale sconosciuto, sarebbe stato per me chiedere troppo. Se
qualcuno mi ha seguito adesso, la speranza è che possa farlo anche per romanzi
più lunghi. La combinazione di generi, inoltre, non deve indurre il lettore ad
ancorarsi su un unico filone narrativo, ad esempio, qui nulla importa di
scoprire chi possa essere l’assassino, l’evento passa totalmentein secondo
piano, invitando il lettore a soffermarsi di più su altri aspetti.“Pochi
conoscono la morte” è il titolo del libro dello scrittore Bentivoglio, che sembra
essere anche la chiave di volta su cui ruotano gli eventi. Tutti i personaggi,
inoltre, sono così concentrati su stessi, eppure in cerca di attenzioni, che la
trama si divide in tante sfaccettature, disorientando.
- I personaggi sono bizzarri, a partire dai nomi. A cosa si ispira per definire le personalità dei singoli protagonisti?
Anche qui l’assonanza
delle parole è intenzionale e i nomi dei personaggi assumano un significato
particolare, a volte di più facile intuizione come il poliziotto – fotografo
Scattino, derivante da “scatto fotografico”. In altre circostanze,invece,il
significato è più criptico, come per lo scrittore Bentivoglio, dove ho voluto
dargli “un’impronta personale”, avendo provato molta simpatia per questo
personaggio, ho scelto“Ben-ti-voglio”. Molto più in generale, però, deve
pensare che ogni singolo personaggio richiede uno studio profondo, in grado di
renderlo diverso da tutti quelli che compaiono sulla scena e soprattutto che
abbia qualcosa da dire e mostrare.
- Perché leggere il romanzo “Ah…Ahh…Ahhh…”?
Ricordo una bellissima
canzone napoletana, deve sapere che Napoli è un paese con il quale vivo un
rapporto particolare, questo un po’ traspare nelle mie opere.Dicevo che esiste
una canzone in cui è proprio esasperata la domanda: “Pecchè?”.La risposta – non
risposta è di mirabile effetto: “Pecchéndrínghetendrà, ’mmiez’o mare nu scoglio
’nce sta, tutte vènono a bevere ccà,pecchéndrínghete, ndrínghete, ndrà”. Questo
per dire che ognuno può trovare dentro di sé lostimolo per la lettura di un
romanzo. L’autore si propone, sta poi al lettore fare il passo successivo.
- La sua identità è avvolta nel mistero. A cosa si deve la scelta dello pseudonimo “Nuwanda”?
Cerco sempre di evitare
un po’ le domande personali. Perché in fondo ho sempre creduto che un romanzo si
giudica solo dalla storia raccontata. L’autore dovrebbe proprio sparire, per
non essere ingombrante. Conta solo il testo e null’altro. Nuwanda è uno spirito
indiano, nominato anche nel film “L’attimo fuggente”, e proprio in questa
pellicola è possibile ottenere la frase che mi ha in qualche modo ispirato: “Rispettando
lo spirito di appassionata sperimentazione dei nostri poeti, io rinuncio al
nome di Charlie Dalton, d'ora in poi chiamatemi Nuwanda”. Così anch’io, in
questo processo di sperimentazione, ho rinunciato al mio nome. Del resto in
questo campo ci sono tanti esempi illustri, come Elena Ferrante o Simenon,quest’ultimo
arrivato a “27” pseudonimi. Resta però in me la voglia difirmare con il mio
nome reale i miei scritti, per evitare che possano disperdersi, che non ci sia
nessuno a difenderli. A volte sembra quasi che ti sia tolta la possibilità di avere
un diritto, come una premiazione o un semplice firma-copie. Non appena ce ne
sarà l’occasione e un mio libro otterrà una certa attenzione, lo accompagnerò
svelando il mistero.
- Progetti per il futuro?
Il fatto che ci possa
essere un futuro è una già una cosa positiva e in questa sferzata di ottimismo
posso anticipare di aver terminato un nuovo romanzo, appena troverà la strada
giusta, spero che il vostro salotto possa ospitarmi nuovamente. A presto.
Ringraziamo Nuwanda per la disponibilità,
Per tutti gli aggiornamenti, seguiteci su Salottieri in Viaggio, vi aspettiamo!
- Sher
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- Sher
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