North Country – Storia di Josey (regia di
Niki Caro, 2006) racconta della condizione delle lavoratrici nelle miniere del
North Minnesota del 1989. Una storia basata su fatti realmente accaduti poiché
si riferisce direttamente alla durissima lotta di genere portata avanti per la
tutela dei diritti femminili, in condizioni lavorative considerate tipicamente
appartenenti al sesso apposto.
Josey è una madre separata con due figli che cerca di ricostruirsi una vita, tenta allora con la miniera della sua città natale, assieme ad un altro gruppo di donne, ma i problemi saranno innumerevoli: dovranno infatti sopportare sino allo stremo una serie di molestie psico-fisiche al limite della violenza sessuale vera e propria. Josey cercherà di reagire all'omertà di numerosi testimoni e alla paura accumulata dalle colleghe: il suo percorso si intreccia fortuitamente con un avvocato che accetta di difendere la sua causa e così sarà per lei possibile portare in tribunale i colpevoli dei soprusi.
Sembra quasi artificiale per come somigli ad una spaventosa realtà, ma non cerca di esagerare, non cerca di impressionare; soltanto in alcuni punti l'eccessiva tiratura romanzesca fa del film un prodotto un po' sentimentale. Il resto è forse necessario in quanto esplicita denuncia sociale di una condizione realmente vissuta, nonché appartenente, per diversi aspetti, ad un'epoca molto più contemporanea di quanto possiamo pensare.
Josey è una madre separata con due figli che cerca di ricostruirsi una vita, tenta allora con la miniera della sua città natale, assieme ad un altro gruppo di donne, ma i problemi saranno innumerevoli: dovranno infatti sopportare sino allo stremo una serie di molestie psico-fisiche al limite della violenza sessuale vera e propria. Josey cercherà di reagire all'omertà di numerosi testimoni e alla paura accumulata dalle colleghe: il suo percorso si intreccia fortuitamente con un avvocato che accetta di difendere la sua causa e così sarà per lei possibile portare in tribunale i colpevoli dei soprusi.
Sembra quasi artificiale per come somigli ad una spaventosa realtà, ma non cerca di esagerare, non cerca di impressionare; soltanto in alcuni punti l'eccessiva tiratura romanzesca fa del film un prodotto un po' sentimentale. Il resto è forse necessario in quanto esplicita denuncia sociale di una condizione realmente vissuta, nonché appartenente, per diversi aspetti, ad un'epoca molto più contemporanea di quanto possiamo pensare.
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- Alison
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