Dal dizionario Treccani, “irriverente – Che vien meno alla riverenza dovuta”, e tanto basta a far imbestialire i Potenti. Se poi oltre a non chinare il capo, si aggrava la situazione urinando sul palazzo Reale, le nefaste conseguenze sono immancabili.
Eppure c’è chi ha innaffiato il Re di pioggia dorata, deriso i Sapienti e si è pure fatto beffe d’Immortalità stessa. Si parla di Gulliver, il quale nei suoi celebri viaggi datati 1726 ha dipinto un vivido ritratto della sporca bestia affamata d’ego: l’Uomo.
Perché oggi, perché Gulliver è dei nostri
Pare azzardato proporre una recensione del capolavoro di Jonathan Swift nel 2015, ma mai quanto oggi sarebbe necessario riprenderlo in mano alla luce del nostro Qui e Ora.Certo, certo… abbiamo letto tutti i Viaggi di Gulliver, ma quanti lo hanno affrontato in età matura? Dopo aver calcato il palco della vita almeno un paio di decenni? È facile liquidarlo come un classico per ragazzi, ma serve uno stomaco d’acciaio per digerire il suo contenuto da adulti. Diffidate dalle edulcorate versioni cinematografiche più o meno recenti. Nessuna eguaglia il vetriolo delle pagine di questo testo immortale.
Sono trascorsi quasi tre secoli dalla prima pubblicazione. Da quando i contemporanei di Swift hanno riso della Guerra tra Lillipuziani. Combattevano perché due fazioni non trovavano un accordo su quale lato dell’uovo alla coque andasse rotto. Punta Larga contro Punta Stretta. Che stupidi nanetti. Noi abbiamo ragioni ben più valide per sparare addosso ai nostri simili. Talvolta è un confine. In altri casi è una Fede. O ancora quell’idiota che ha occupato l’ultimo parcheggio il sabato pomeriggio al centro commerciale (perché, cioè no, insomma, lo avevo visto prima io e poi cioè, iniziano i saldi, no? E la roba più figa finisce subito… cioè, vaffanculo!). Ma in fondo loro erano solo Lillipuziani, cosa ci si può aspettare da un popolo che accoglie lo straniero venuto dal mare con ceppi e catene? No, noi siamo decisamente più civili.
Poche pagine a seguire incontriamo il nano di corte nelle lande dei giganti. Vessato da una vita a causa della sua risibile altezza, costretto al rango più infimo di tutto il palazzo. Ci si aspetterebbe comprensione, o quanto meno empatia, verso il piccolo Gulliver, da poco naufrago in quelle terre. Eppure proprio lui infigge a Gulliver le peggiori torture, perché finalmente ha per le mani qualcuno più basso di lui. Nel 2015 certe idiozie le abbiamo dimenticate. Non capita più che dei Nani analfabeti con un contratto a Tempo Indeterminato massacrino il piccolo Stagista o il giovane Job on Call, in nome di una presunta grandezza tutta da disquisire. In questi tre secoli l’Umanità è decisamente maturata.
Artist: Grandville |
Poi l’Isola volante dei Filosofi talmente distratti da dimenticarsi le funzioni biologiche primarie. Il Sovrano che impone di leccare il pavimento prima di rivolgergli la parola. Le Accademie dove tra le varie ricerche in corso si sforzano di riconvertire le feci in cibo. Temo il progetto sia stato abbandonato, dato che oggi la merda la mangiamo e siamo pure felici del giochino compreso nei quattro euro. Però se invece del dolce prendi la fettina di ananas ti senti meno in colpa.
Dai su, andate a cercare nella vostra biblioteca una copia dei Viaggi di Gulliver, possibilmente correlata dalle sublimi illustrazioni di Grandville. Se temete che tanta misantropia possa ferire la vostra sensibilità, sappiate che come in ogni buon vaso di Pandora alla fine un grammo di speranza lo si trova. Proprio al culmine della disperazione ci s’imbatte nell’isola degli Houyhnhnm. Dei cavalli ben educati, rispettosi dei loro simili, alieni al concetto di menzogna. Un regno di pace dove vige pace e collaborazione. Peccato per quegli scimmioni a pelo raso che popolano le loro foreste, gli Yahoo. Impegnati a prevaricarsi e combattersi nella spasmodica ricerca di sassetti colorati. Per quelle pietruzze dal valore arbitrario, uccidono e infilano le mani di fango lordandosi ben sotto la pelle.
Spero accogliate la mia Modesta Proposta di lettura e vi lascio con una perla di Swift che ben riassume il suo brillante pensiero:
“Principalmente io odio e detesto quell'animale che è chiamato Uomo, anche se amo cordialmente John, Peter, Thomas e così via.”
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