Notizia dell’ultima ora: dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare giunge la triste notizia di “Concessione di coltivazione idrocarburi liquidi e gassosi "d30B.C-MD" - Progetto di coltivazione del giacimento Ombrina Mare”, ma andiamo per ordine.
Ombrina Mare: cos’è e cosa comporta per la costa adriatica
La Costa
dei Trabocchi, in Abruzzo, fin dal 2001 è stata individuata dal Parlamento
italiano come parco nazionale,
tutelato e protetto a livello faunistico e ambientale.
Già dal 2008 presero avvio delle trattative per
la costruzione di impianti petroliferi
a largo delle coste abruzzesi. Infatti, il progetto prevede la costruzione, a soli 6 chilometri dalla Costa dei
Trabocchi in località San Vito (Chieti), di due piattaforme, una mobile per la
perforazione di sei nuovi pozzi e una piattaforma petrolifera fissa, Ombrina Mare A, con un’estensione di 35
metri per 24 metri e un’altezza pari a un palazzo di dieci piani. Dieci. A pochi
chilometri dalla riva. Il tutto posizionato accanto al pozzo Ombrina Mare 2,
già presente dal 2008 e perfettamente visibile dalla spiaggia. La piattaforma
così inserita nel bellissimo paesaggio marino dovrebbe essere a sua volta
collegata a una enorme nave riadattata per essere una vera e propria raffineria galleggiante e, quindi, destinata
alle operazioni di separazione dell’olio dal gas, di dissalazione e
desolforazione del gas. Strutture che rimarrebbero in loco per almeno 26 anni
di cui 6 mesi circa per la perforazione e 25 anni per la produzione. Il petrolio
estratto in questo lunghissimo arco di tempo coprirebbe il fabbisogno nazionale
per circa 10 giorni e quello di gas per appena un giorno. Praticamente niente. Tuttavia, il petrolio estratto
non è destinato all’Italia e la compagnia straniera detentrice dell’appalto, la Rockhopper,
lo venderà sul mercato libero, ovviamente dopo aver proceduto alla depurazione
e, quindi, al rilascio in acque e cieli
nostrani di tonnellate di rifiuti classificati come cancerogeni dall’Organizzazione Mondiale
della Sanità, ma perfettamente legali in Abruzzo.
Il petrolio estratto è poco e di scarsa qualità
e il mare ne risentirà per anni, forse secoli, compromettendo il paesaggio, la
balneazione, la flora e la fauna.
Mobilità e senso civico; una questione che riguarda tutti
Ombrina Mare non riguarda solo la popolazione
abruzzese, attualmente in mobilitazione contro il
Decreto Sblocca Italia del Governo Renzi (volto ad agevolare pochi petrolieri a scapito degli
interessi della collettività), che ci sta vendendo letteralmente alle
compagnie petrolifere straniere, ma tutta la costa adriatica e tutti gli
italiani. Infatti, la minaccia delle trivellazioni riguarda anche il mare
pugliese, preso di mira dai petrolieri e nel giro di una settimana sono stati
emanati dal Ministero dell’Ambiente sei decreti di compatibilità ambientale per
altrettante istanze presentate da due società, la Spectrum Geo e la Northern
Petroleum.
Lo scorso 23 Maggio 2015 si è tenuta, a Lanciano (Chieti), una manifestazione
organizzata dal coordinamento No Ombrina
in collaborazione con il collettivo Zona
Ventidue e molte altre associazioni e il sostegno di partiti politici contro
le trivellazioni in Abruzzo che ha visto la partecipazione di 60.000 persone provenienti da tutta
Italia; una portata impensabile, mai vista prima. Io ero lì; ho sfilato con
tutte queste persone, ho sentito gli slogan che aleggiavano nell’aria, ho visto
grande partecipazione e una forte coscienza collettiva. Un bel segnale di
solidarietà per la tutela dei nostri mari e del nostro territorio.
Come commenta Fabiano, di Zona Ventidue, l’avviamento
del progetto comporterebbe l’abbattimento dell’economia abruzzese che si basa
principalmente su turismo, pesca e agricoltura e la riuscita della manifestazione
è il risultato dell’intelligenza di tutte le organizzazioni che si sono
prodigate per raggiungere un obiettivo comune, ovvero la difesa del territorio dai colossi petroliferi, a dimostrazione del
fatto che l’unione fa davvero la forza, nonostante il governo Renzi si ostini
ad andare avanti negli accordi con le compagnie straniere.
“È il momento di alzare il tiro, coinvolgere quante più persone possibili a livello nazionale con iniziative forti e d’impatto. Non abbiamo bisogno della mediazione della politica per far arrivare il nostro messaggio: non ci fermeremo”.Determinazione messa in pratica con il Festival previsto nei prossimi giorni, il cui programma è disponibile sul sito, che si svolgerà tra dibattiti, incontri, musica e riflessioni sul tema Ombrina, senza tralasciare altre questioni che minacciano il territorio, come la costruzione di elettrodotti, coinvolgendo organizzazioni e associazioni a livello nazionale. Inarrestabili.
Uno sguardo alle ripercussioni politiche locali
Maurizio Acerbo, PRC |
La vicenda ha avuto ovviamente conseguenze politiche,
essendo il dibattito concentrato contro il governo regionale guidato da Luciano D’Alfonso, PD. A tal proposito,
interessante è la posizione presa da Maurizio
Acerbo, componente della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista,
sensibile e attento ai temi ambientali, che, a proposito delle nuove misure
adottate dal governo Renzi, afferma:
“purtroppo è andata come avevo facilmente profetizzato un anno fa. Le promesse di D'Alfonso erano una presa in giro perché sapeva che la linea del governo PD era ed è totalmente a favore dei petrolieri. L'ufo è il PD! Ora, con la forza che ci deriva dalla mobilitazione popolare, cerchiamo di imporre alla Regione di mettere in tutti i modi il bastone tra le ruote a questo progetto e, più in generale, alla politica energetica del governo”.
Tutti i riflettori sono puntati sulla coesione e sulla solidarietà
popolare; la determinazione degli abitanti della costa adriatica non è scemata
di fronte alla potenza dei colossi petroliferi, ma, al contrario, è aumentata la
volontà di far restare l’Abruzzo il polmone verde d’Europa.
Per altre informazioni e aggiornamenti:
- Sher
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