lunedì 21 dicembre 2015

Darkland, l'intervista all'autore Paolo Grugni

Quando devo comprare un romanzo storico, la prima cosa che faccio è controllare la bibliografia. Non
Darkland di Paolo Grugni
m'interessa se sia stato scritto o meno da uno storico di professione, ma è fondamentale che un autore si sia ben documentato prima di intraprendere la tortuosa strada del romanzo storico.Quindi, anche con Darkland di Paolo Grugni, sono andato direttamente alla fine. Al sessantesimo libro inserito nella bibliografia, ho perso il conto e, senza esagerare, dovrebbero esserci circa cento titoli.

Darkland è ambientato nel 2015, a 70 anni dal Processo di Norimberga. In Germania il nazismo non è del tutto morto, ed ora è pronto a rivelare al mondo la sua inquietante presenza... e potenza.

Ora la parola a Paolo, l'autore di Darkland.

1) Ciao, Paolo. Prima di tutto, spiegaci un po' il tuo percorso di scrittore fino a Darkland.

Ho iniziato a scrivere nel 2002 con il giallo Let it be, pubblicato da Mondadori nel 2004. Qui i Beatles sono un pretesto per scrivere di semiotica. Mi sono poi concentrato ad analizzare situazioni ambientali al limite.

In Italia Sharia, invece, parlo del fenomeno delle donne islamiche portate con l'inganno nei paesi d'origine per essere uccise senza clamore. Un altro tema a me molto caro è l'animalismo. Mi sono avvicinato al romanzo storico pian piano, ma ad un romanzo storico serio, non di quelle cazzate in costume: L'odore acido di quei giorni ricostruisce le vicende del '77 in Italia. Ne avevo sentito parlare ma nessuno di quelli con cui tentavo di discuterne sapeva tantissimo, quindi ho iniziato a studiare quel determinato periodo storico e ne è venuto fuori, appunto, L'odore acido di quei giorni.

Uso sempre giallo e thriller per raccontare la Storia, un po' per motivi commerciali e un po' per far avvicinare i ragazzi ad un passato recente del nostro paese che raramente viene studiato, come anche in La geografia delle pioggie, dove tratto il problema della 'ndrangheta in Lombardia. Ne L'antiesorcista parlo degli esorcismi ai quali la Chiesa ancora ricorre nonostante oggi sia chiaro che quelli che loro considerano "possessioni demoniache" non sono altro che problemi psicologici da curare in tutt'altra maniera.

Infine ho scritto Darkland, uscito nel 2015, edito da Melville edizioni.

2)Com'è nato Darkland?

Darkland è nato grazie ad un'intuizione: quello che ci era stato raccontato nel rapporto tra nazismo ed ebraismo non è la verità. Ho iniziato a studiare seriamente, per quattro anni, e questa intuizione si è poi rivelata giusta. Non solo: ribalta ciò che sappiamo e riqualifica l'immagine del mondo ebraico. Ho pensato che, quello che avevo scoperto, andasse divulgato. Ho così scritto un thriller che recupera la storia della Germania per mettere in guardia sul pericolo di queste forme di razzismo.

3)Come ti è venuta quest'intuizione?

Mi è venuta dal fatto che il nazismo ha sempre dipinto gli ebrei nel peggior modo possibile. Mi sono domandato se questo fosse frutto di una reale convinzione o una semplice propaganda per instillare nel popolo tedesco il concetto di razza inferiore. Mi era venuto il dubbio e così ho iniziato la mia ricerca. Che ha dato delle rivelazioni anche inedite.

4)Quali rivelazioni?

Ad esempio, quella connessa alla dieta vegetariana. Penso di essere stato il primo ad aver ricostruito che tipo di rapporto c'è tra nazismo e natura vegetariana. Pensa solo alla parola e scomponila: veget-ariano. Quindi si può dire che l'amore che alcuni nazisti provavano per gli animali sia da ricollegare ad un'idea di purezza razziale.

5)Si è più volte ipotizzato che Hitler sia stato vegetariano.

È veramente molto difficile stabilirlo con certezza ma, se effettivamente lo era, lo divenne quando ormai era al potere. Un suo cameriere italiano affermò di non averlo mai visto mangiare carne
[c'è anche da dire che lo stesso cameriere, nell'intervista, che abbiamo appena linkato, riferì di un gerarca nazista che vide Hitler mangiare prosciutto al forno. Come ben si sa, il prosciutto è carne di maiale. Nota aggiunta da - Ruel]. C'erano molti vegetariani anche tra i nazisti.

6) Prima hai parlato del "pericolo" che può giungere da queste "forme di razzismo". Quanto è fondato questo pericolo?

Non è certo da sottovalutare visti i proseliti che il neonazismo riesce ancora a fare ma, almeno in Germania, la cultura anti-nazista è fortissima: i bambini vengono bombardati fino alla nausea, nelle scuole, con messaggi anti-nazisti.

Ora mi vengono in mente gli scontri del 13 dicembre tra neonazisti e forze di sinistre, a Lipsia. E dei due neonazisti che hanno orinato sulla testa di un bambino, a Berlino, gesto molto più forte dal punto di vista simbolico rispetto agli scontri. Ma mi piace ricordare anche che, ad un raduno neonazista, un poliziotto ha abbassato la mano ad un uomo che stava facendo l'Hitlergruß. Quell'immagine ha fatto il gesto del mondo.

7)La differenza tra l'estrema destra in Germania e in Italia? Dove è più concreto il pericolo di una nuova deriva estremista?

Il pericolo sembra più alto solo perché il nazismo è nato in Germania, ma vedo più derive in Italia. I fanatici ci saranno sempre e la guerra ancora relativamente troppo recente per dimenticare.

8)Cambiando argomento, ho gradito molto i frequenti richiami a Tolkien. È un autore che ti piace o in qualche modo i neonazisti lo sentono vicino?

Non è un autore che gradisco, anzi. L'ho ripreso per un motivo ben preciso. Tra le fine degli anni '70 e inizio degli anni '80 ci sono stati alcuni raduni neofascisti in Italia, chiamati Campi Hobbit. Non so se i neonazisti citano Tolkien nei loro raduni, ma a me l'idea piaceva e l'ho ripresa.


9) In un passo citi Cesare Lombroso e il personaggio cerca di fare un'analisi lombrosiana del nazista. Secondo te è davvero possibile fare un'analisi simile?

Il protagonista vede nel poliziotto che ha di fronte il perfetto esempio della banalità del male. Ovvero un rappresentante della giustizia, dall'aspetto ordinario, il cittadino modello. Peccato sia nazista. Per cui accosta questo ragionamento a quello lombrosiano. Vede se è possibile capire dall'aspetto di una persona, quello che è realmente. Ma, seguendo questo ragionamento, il poliziotto sembrerebbe una  brava persona. In realtà, come detto, rappresenta "la banalità del male" [L'autore sta citando il saggio di Hannah Arendt, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme. Nota aggiunta da - Ruel]

10) Quanto di te c'è in Jerzyck?

È una sovrapposizione sempre difficile da fare. In realtà non c'è nulla che mi accomuna a lui come così a tutti i personaggi. Lui è un accademico e io per saperne quanto lui ho dovuto fare quattro intensi anni di studio. Ovviamente, condivido il suo pensiero antinazista, ma non mi rappresenta tantissimo. Anche se è difficile capire quanto metti in un romanzo. Tu in un romanzo puoi, ma puoi essere anche un cameriere.

Grazie a Paolo Grugni per l'intervista e in bocca al lupo per tutti i suoi progetti!
- Ruel

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