L'uomo bicentenario (regia di Chris Columbus, 1999)
è la storia di un robot prodotto in una realtà futuristica (decisamente
avanzata ma senza apoteosi), che si ritrova con sentimenti umani e che
rincorrerà per tutta la "vita" il suo desiderio di "umanizzazione"
psicologica quanto fisico-meccanica.
Tratto da un romanzo del noto autore fantascientifico Isaac Asimov, troviamo il medesimo processo già messo parzialmente ritoccato da decide di trame di fantascienza, che va anche bene, ma perché non trovare qualche variante che renda più originale il film? Pare invece che ci sia un'unica direzione, quasi senza imprevisti, tanto che sai bene come andrà a finire: insomma la trama in questo film è originale quanto la barilla quando ha fatto uscire le pennette dopo le penne. Perché allora ci piace tanto? Io credo in primis perché Robin Williams qui è perfettamente Robin Williams; qualche gag ed una love story salvano tutto, aspetti sempre lui, il simpatico attore che farà sé stesso e ti addolcirà la pillola con umorismo e sentimento adatti un po' a tutti. Poi io credo piaccia perché muove sui passi di uno potente romanticismo: questa magnifica idea di un non-umano che vuole diventare umano. Siamo ancora un po' all'americanesimo, non c'è nulla di meglio che diventare uomini, non c'è davvero il caso che qualcosa di diverso possa rivendicare la bellezza della sua diversità pur divenendone cosciente?
Non sarebbe una trama da film politically correct, ci piace vedere che la realtà si appiattisce come dentro un compattatore di rifiuti. Ma ci piace, ci piace perché è vissuto con semplicità ed emozione, forse più che il discorso sull'umanità (a mio avviso dispersivo) aiuta a sviluppare un interessante discorso intorno all'identità dell'individuo. Cosa ci rende realmente uomini? Lui suggerisce: "Non per gloria, ma per la semplice verità di un riconoscimento", parla di un "elemento propulsivo di tutta un'esistenza". Come giudicare ciò che potrebbe dare dignità qualcuno?
Tratto da un romanzo del noto autore fantascientifico Isaac Asimov, troviamo il medesimo processo già messo parzialmente ritoccato da decide di trame di fantascienza, che va anche bene, ma perché non trovare qualche variante che renda più originale il film? Pare invece che ci sia un'unica direzione, quasi senza imprevisti, tanto che sai bene come andrà a finire: insomma la trama in questo film è originale quanto la barilla quando ha fatto uscire le pennette dopo le penne. Perché allora ci piace tanto? Io credo in primis perché Robin Williams qui è perfettamente Robin Williams; qualche gag ed una love story salvano tutto, aspetti sempre lui, il simpatico attore che farà sé stesso e ti addolcirà la pillola con umorismo e sentimento adatti un po' a tutti. Poi io credo piaccia perché muove sui passi di uno potente romanticismo: questa magnifica idea di un non-umano che vuole diventare umano. Siamo ancora un po' all'americanesimo, non c'è nulla di meglio che diventare uomini, non c'è davvero il caso che qualcosa di diverso possa rivendicare la bellezza della sua diversità pur divenendone cosciente?
Non sarebbe una trama da film politically correct, ci piace vedere che la realtà si appiattisce come dentro un compattatore di rifiuti. Ma ci piace, ci piace perché è vissuto con semplicità ed emozione, forse più che il discorso sull'umanità (a mio avviso dispersivo) aiuta a sviluppare un interessante discorso intorno all'identità dell'individuo. Cosa ci rende realmente uomini? Lui suggerisce: "Non per gloria, ma per la semplice verità di un riconoscimento", parla di un "elemento propulsivo di tutta un'esistenza". Come giudicare ciò che potrebbe dare dignità qualcuno?
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