venerdì 9 dicembre 2016

Un film per il weekend: UNDER THE SKIN





Under the Skin (regia di Jonathan Glazer, 2013) narra i misteriosi viaggi di una donna che, a bordo di un furgone, adesca numerosi uomini trascinandoli in una dimensione onirica e allucinatoria, aiutata da un enigmatico motociclista che ne ripulisce ogni traccia al suo passaggio.
Tratto dall'omonimo romanzo di Michel Faber, la versione cinematografica aveva destato molte aspettative ma, a quanto pare, deludendole; infatti la pellicola è molto lenta, difficile da comprendere e gioca con commistioni di immagini-musiche che ricreano alla perfezione stati d'angoscia talvolta terrificanti.

Diciamo che è un film pesante, che chiede pazienza ma può donare un punto di vista decisamente originale, infatti punta molto in alto, vuole farsi racconto di un'estetica raccapricciante che a contatto con la pietà assorbe l'essere umano. La misteriosa donna è una Scarlett Johansson che sorprende e terrifica, uno sguardo marmoreo e imperscrutabile, capace di far rabbrividire con il solo silenzio; l'anonima protagonista viaggia con questo grottesco scopo, trascina le vittime in una sorta di dimensione alternativa (che riporta immediatamente alle immersioni caleidoscopiche di Kubrick) dove esse vengono letteramente svuotate della loro essenza e rimangono solo pelli fluttuanti in un alienante liquido amniotico. Questo processo si ripete sino a quando non incontra un uomo avente una pesante malfomazione al viso (Adam Pearson, realmente affetto da neurofibromatosi); solo con esso scatterà una svolta decisiva, scoprirà il senso della pietà incontrando il profondo dramma e il dolore di un'esistenza resa inabitabile da un corpo deformato.
Una questione di pelle, se prima l'adescamento era unicamente concentrato su una logica estetica, fatta di seduzione, lusinga e sensualità, ora il canone è interrotto, la ragazza sceglierà infatti di non trascinarlo nel limbo che ha predisposto. Da qui la veloce corsa verso un ribaltamento di ruoli, da una freddezza insensata ed omicida si scopre cos'è l'uomo “sotto la pelle”, cosa c'è oltre quegli involucri, e lentamente avverrà un cambio di prospettiva; la protagonista si dirigerà sempre più verso una ricerca di profondità, di verità e complessità, mentre saranno gli uomini ad approfittarsi di questa situazione divenenedo i nuovi assassini.

Parla di sessualità e amore, mostra le mille facce che hanno i rapporti sentimentali e carnali e i rispettivi processi di ribaltamento che portano la vittima ad essere carnefice, cercando di andare alla base di un viaggio che vede una protagonista praticamente aliena (o comunque non umana) che arriva a capire progressivamente cosa significhi l'umanità e il guardare oltre l'istinto, oltre l'involucro, oltre la carne e la carnalità.


Come sempre, trovate tutte le altre recensioni su Salottieri in Viaggio!

- Alison


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