venerdì 11 dicembre 2015

Libro Vs Film: Animal Farm e la satira pungente

Nel 1945 quel genio di George Orwell diede vita ad “Animal farm”, romanzo satirico pubblicato per la prima volta in Italia nel 1947.

Come suggerisce ampiamente il titolo, il racconto è ambientato in una fattoria in cui gli animali si ribellano all’uomo, stremati dallo sfruttamento e dal lavoro mal retribuito. Presto i maiali Napoleone e Palla di Neve, promotori della rivoluzione contro l’uomo, prendono il controllo della gestione della fattoria creando un vero e proprio regime dittatoriale. Si formano così delle vere  e proprie classi sociali: i cani rappresentano la polizia politica e lo squadrismo, le pecore la massa facilmente manipolabile, gli animali selvatici i ladri e i mendicanti, ovvero la parte più povera della società.

Tra Napoleone e Palla di Neve, però, non scorre buon sangue e, entrambi accecati dalla volontà di prendere il controllo assoluto, danno vita a una “guerra” fatta di tradimenti e accuse infondate. La situazione degenera in occasione della costruzione di un mulino per migliorare la rendita economica della fattoria. Palla di Neve vuole esportare la rivoluzione nelle fattorie vicine, ma è costretto all’allontanamento forzato dalla fattoria, messo alle strette dai cani addestrati da Napoleone. Quest’ultimo riesce a concentrare sempre di più il potere nelle proprie mani eliminando chiunque costituisca un ostacolo per la realizzazione dei suoi progetti. Napoleone e gli altri maiali diventano talmente simili all’uomo da assumere, alla fine, sembianze antropomorfe: camminano su due zampe, indossano abiti e bevono whiskey. Il primo comandamento della rivoluzione “gli animali sono tutti uguali”, viene sostituito da 

                “gli animali sono tutti uguali, ma alcuni sono più uguali di altri”

a testimonianza della piega autoritaria del governo instaurato. Il romanzo si conclude con l’amara immagine dei maiali che bevono e ridono insieme agli umani inizialmente odiati, tanto da non essere più distinguibili agli occhi degli altri animali che osservano dalle finestre.

Tutto il romanzo rappresenta un’allegoria del totalitarismo sovietico ed ecco lo spietato e senza scrupoli Napoleone che veste i panni di Stalin e riesce ad avere la meglio sullo sfortunato Palla di Neve, per gli amici Trotsky (o Trockij), rivoluzionario che non riesce a far emergere le proprie idee.
Il lungimirante Orwell ha saputo rappresentare la complessità dei rapporti politici nella Russia della prima metà del Novecento in maniera senz’altro pungente, ma, soprattutto, accessibile a tutti, come fosse una favola.

Nel 1954 l’omonimo film d’animazione ha reso ancora più concreta la metafora orwelliana. Mancano alcuni personaggi, diverse vicende vengono modificate, ma la sostanza rimane la stessa. Ciò che salta agli occhi dello spettatore e che, sinceramente, lascia un po’ l’amaro in bocca è il finale: non più la sconfitta degli ideali marxisti, che diedero vita alla rivoluzione, e l’ascesa del potere dittatoriale di un solo maiale (o uomo?), ma la ribellione della fattoria. Il film, infatti, si chiude con gli animali che assistono al banchetto tra soli maiali e l’uccisione degli stessi con il conseguente rovesciamento del regime, mossi dal tradimento e dall’inganno. Perché questa scelta? Perché stravolgere un finale? In fondo quella di Orwell è una trasposizione letteraria di avvenimenti storici e modificare anche un solo particolare significa ribaltare il corso degli eventi.

A questa domanda provo a rispondere io, Ruel.  
Siamo negli anni '50, il periodo che vede Stati Uniti e Unione Sovietica litigare per il dominio del mondo (anche se, per fortuna, non faranno altro che mostrare i muscoli). I servizi segreti di entrambi i paesi lavorano incessantemente per danneggiare il nemico in qualsiasi modo possibile. La fattoria degli animali di Orwell rappresenta così un'occasione troppo ghiotta per non sfruttarla. E la CIA lo fa.  Finanziando in modo sostanzioso la produzione del film, come si può anche leggere più approfonditamente in questo articolo imponendo un finale che vedesse la sconfitta dei maiali/sovietici.

E, detto fra noi, l'idea fu geniale. Quale mezzo per veicolare il messaggio fu scelto un film per bambini, per educare non solo le masse, ma le masse di giovani al disprezzo verso il socialismo. Il film è anche discretamente bello, quindi recuperatelo.

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- Sher

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