Come
suggerisce ampiamente il titolo, il racconto è ambientato in una fattoria in
cui gli animali si ribellano all’uomo, stremati dallo sfruttamento e dal lavoro
mal retribuito. Presto i maiali Napoleone e Palla di Neve, promotori della
rivoluzione contro l’uomo, prendono il controllo della gestione della fattoria
creando un vero e proprio regime dittatoriale. Si formano così delle vere e proprie classi sociali: i cani
rappresentano la polizia politica e lo squadrismo, le pecore la massa
facilmente manipolabile, gli animali selvatici i ladri e i mendicanti, ovvero
la parte più povera della società.
Tra
Napoleone e Palla di Neve, però, non scorre buon sangue e, entrambi accecati
dalla volontà di prendere il controllo assoluto, danno vita a una “guerra” fatta
di tradimenti e accuse infondate. La situazione degenera in occasione della
costruzione di un mulino per migliorare la rendita economica della fattoria.
Palla di Neve vuole esportare la rivoluzione nelle fattorie vicine, ma è
costretto all’allontanamento forzato dalla fattoria, messo alle strette dai
cani addestrati da Napoleone. Quest’ultimo riesce a concentrare sempre di più
il potere nelle proprie mani eliminando chiunque costituisca un ostacolo per la
realizzazione dei suoi progetti. Napoleone e gli altri maiali diventano
talmente simili all’uomo da assumere, alla fine, sembianze antropomorfe:
camminano su due zampe, indossano abiti e bevono whiskey. Il primo comandamento
della rivoluzione “gli animali sono tutti uguali”, viene sostituito da
“gli animali sono tutti uguali, ma alcuni sono più uguali di altri”
a testimonianza
della piega autoritaria del governo instaurato. Il romanzo si conclude con
l’amara immagine dei maiali che bevono e ridono insieme agli umani inizialmente
odiati, tanto da non essere più distinguibili agli occhi degli altri animali
che osservano dalle finestre.
Tutto il
romanzo rappresenta un’allegoria del totalitarismo sovietico ed ecco lo
spietato e senza scrupoli Napoleone che veste i panni di Stalin e riesce ad
avere la meglio sullo sfortunato Palla di Neve, per gli amici Trotsky (o
Trockij), rivoluzionario che non riesce a far emergere le proprie idee.
Il
lungimirante Orwell ha saputo rappresentare la complessità dei rapporti
politici nella Russia della prima metà del Novecento in maniera senz’altro
pungente, ma, soprattutto, accessibile a tutti, come fosse una favola.
Nel 1954
l’omonimo film d’animazione ha reso ancora più concreta la metafora orwelliana.
Mancano alcuni personaggi, diverse vicende vengono modificate, ma la sostanza
rimane la stessa. Ciò che salta agli occhi dello spettatore e che,
sinceramente, lascia un po’ l’amaro in bocca è il finale: non più la sconfitta
degli ideali marxisti, che diedero vita alla rivoluzione, e l’ascesa del potere
dittatoriale di un solo maiale (o uomo?), ma la ribellione della fattoria. Il
film, infatti, si chiude con gli animali che assistono al banchetto tra soli
maiali e l’uccisione degli stessi con il conseguente rovesciamento del regime,
mossi dal tradimento e dall’inganno. Perché questa scelta? Perché stravolgere
un finale? In fondo quella di Orwell è una trasposizione letteraria di
avvenimenti storici e modificare anche un solo particolare significa ribaltare
il corso degli eventi.
A questa domanda provo a rispondere io,
Ruel.
Siamo negli anni '50, il periodo che vede Stati Uniti e Unione Sovietica
litigare per il dominio del mondo (anche se, per fortuna, non faranno altro che
mostrare i muscoli). I servizi segreti di entrambi i paesi lavorano
incessantemente per danneggiare il nemico in qualsiasi modo possibile. La
fattoria degli animali di Orwell rappresenta così un'occasione troppo ghiotta per non sfruttarla. E la CIA
lo fa. Finanziando in modo sostanzioso
la produzione del film, come si può anche leggere più approfonditamente in questo articolo imponendo un finale che vedesse la sconfitta dei maiali/sovietici.
E, detto fra noi, l'idea fu geniale. Quale
mezzo per veicolare il messaggio fu scelto un film per bambini, per educare non
solo le masse, ma le masse di giovani al
disprezzo verso il socialismo. Il film è anche discretamente bello, quindi
recuperatelo.
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- Sher
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