Abbiamo un collaboratore, Sergio Mario Ottaiano, che ci ha convinto coi suoi articoli ben scritti e perfettamente in linea con la 'politica' del blog: spazio ai giovani artisti. Abbiamo scoperto che ha scritto un libro e ci è piaciuto. A voi l'intervista!
Parlaci di te: quando hai capito che avresti voluto vivere di scrittura?
L’ho capito solo dopo che sono entrato nel mondo stesso della scrittura e della narrativa, quindi dopo la pubblicazione di Un’Ucronìa. Non è stata una presa di coscienza istantanea, ma ponderata e lenta.
Un'Ucronìa è il tuo primo romanzo? Com'è nato?
È nato rapidamente, durante un’estate. L’idea iniziale era quella di descrivere brevemente il senso stesso dell’Ucronìa, poi i primi capitoli sono venuti da sé e ho pensato che scriverne una storia invece che un semplice pensiero sarebbe stato decisamente meglio.
Chi sono gli autori a cui ti sei maggiormente ispirato?
Posso fare tre nomi: Moravia, Italo Svevo e Wilde, per motivi facilmente intuibili nel libro.
Sono abituato a slegare l'autore dal protagonista, ma devo fare un'eccezione per Un'Ucronìa?
In Un’Ucronìa non c’è un solo protagonista, poiché il personaggio principale diventa il lettore stesso attraverso uno straniamento totale del protagonista/narratore. Infatti chi compie le azioni all’interno del libro non ha volto, nome o caratteristiche fisiche ed è difficile intuirne anche il sesso; ho fatto questa scelta per permettere al lettore di immedesimarsi totalmente nelle pagine scritte e nelle sensazioni descritte nel libro.
È stato difficile trovare qualcuno che te lo pubblicasse?
Il processo è stato lungo e non facilissimo ma a differenza di molti, sono riuscito a trovare un editore non mettendoci nemmeno così tanto tempo. Il mondo dell’editoria non è facile ed io mi ci sono approcciato in modo ingenuo, l’esperienza l’ho avuta solo dopo la pubblicazione. Il mio metodo è stato l’antico “plico libri”.
Pensi che in Italia sia veramente possibile vivere di scrittura? Che consigli puoi dare ad un aspirante scrittore?
Si può vivere di scrittura se si è anche disposti a piegarsi minimamente ad essa in fase iniziale. Successivamente quando sarà il momento saremo noi a piegare la scrittura e a farne ciò che desideriamo. Purtroppo in un’Italia dove sono tantissimi i libri pubblicati e auto-pubblicati, farsi spazio non è facile, ma nemmeno impossibile. Consiglio a qualsiasi altro scrittore o aspirante scrittore di trovare il modo di farsi conoscere non solo attraverso i propri scritti, ma anche in altri modi: è importante far sapere che esistiamo. Inoltre consiglio di leggere tanto e soprattutto di scrivere umilmente.
Progetti per il futuro?
Da circa un mese sto scrivendo il mio secondo romanzo, non voglio svelare nulla ma di certo conto di finirlo in tempi brevi.
Grazie per l'intervista!
- Ruel
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