martedì 23 giugno 2015

Intervista a Cozzo, autore di Chelsea&James

Intervista molto speciale a Giuseppe Cozzo, autore di Chelsea&James (recensito già da noi qui)



Classe 1992, sei uno scrittore giovane, anche se al talento non si dà età. Cosa fai nella vita?
Sono un studente universitario di giurisprudenza. Considero lo studio al pari di un lavoro, e trovare il tempo da dedicare ad un'attività importante come la scrittura non è semplice, ma sento il bisogno di farlo.

Quando hai iniziato a scrivere? E quando hai iniziato a farlo seriamente?
Quattro anni fa, dopo sei mesi di università, e l'ho fatto seriamente da subito. Non credo che la scrittura sia un passatempo, ma una necessità.

Cioè hai capito subito che volevi diventare uno scrittore? Cosa ti ha ispirato?
Ho capito di voler diventare uno scrittore prima di cominciare a scrivere, o non avrei mai iniziato. Volevo sviluppare un'idea, e l'ho fatto solo nella mia testa per un po' di tempo. Poi ho cominciato a metterla su carta.

Come hanno reagito parenti e amici all'idea di voler diventare scrittore?
In modo normale. Se una cosa fa stare bene me, fa stare bene loro. Ovviamente erano curiosi di vedere quale sarebbe stato il risultato.

Ho notato un'ottima promozione del libro. Hai avuto qualcuno che ti ha assistito per le questioni di marketing, pubblicità, sito...?
Mi piacerebbe poter dire che alle mie spalle c'è una squadra di collaboratori dedicati, ma non è così. Ho solo il sostegno dei membri della mia famiglia, che mi offrono un aiuto qualificato, ma compatibilmente con i loro impegni professionali e personali. Ovviamente conta anche il passaparola dei lettori, che ringrazio per la visibilità che mi concedono.

Immagino che la gran parte del merito sia dovuto al tuo impegno. Sei molto determinato. Ma passiamo ad altri aspetti organizzativi. Perché hai scelto di pubblicare attraverso Amazon? Le case editrici non sono di tuo gradimento?
Al contrario, trovare un editore disposto a sostenermi è uno dei miei obiettivi. Ma non dipende solo dal mio impegno, e so per esperienza che le case editrici ricevono innumerevoli proposte che non sono materialmente in grado di valutare. Piuttosto che continuare ad aspettare, ho preferito la scelta dell'auto-pubblicazione, che mi ha consentito di mantenere tutti i diritti sul mio romanzo, e potrebbe rappresentare un modo più diretto per suscitare l'attenzione degli editori.



Una scelta molto saggia. La copertina invece? Chi l'ha scelta? Devo dire che all'inizio lo sfondo rosso non mi aveva convinto, poi andando avanti con la lettura ho capito che era azzeccato. Richiama molto lo sfondo thriller della storia.
L'ho realizzata personalmente, sulla base degli input ricevuti dal resto della famiglia, e ne sono discretamente soddisfatto. Ho ricevuto pareri complessivamente positivi, ed è vero che la lettura del romanzo aiuta a comprendere la scelta. Poteva essere migliore, ma io sono uno scrittore, non un grafico. Sono convinto che il contenuto sia di un livello più alto.

Da dove è nata la storia?
Dall'incontro tra immaginazione e realtà, come tutte. Si scrive da sempre, e dubito che ci siano storie mai state raccontate. L'obiettivo è quello di raccontarle in modo diverso e più personale.

C'è veramente una Chelsea nella vita reale? Perché mi rifiuto di credere che l'intensità del sentimento di James non sia vero.
Non c'è nessuna Chelsea, ma lo direi anche se ci fosse. Identificarmi con i miei personaggi è fuorviante, ma questa volta penso che sia un complimento.

E infatti lo era! Prima di lasciarci, un consiglio per chi vuole diventare scrittore?
Andare fino in fondo, come in ogni altra cosa. Nessuno può insegnare a scrivere, né ad avere fantasia. Si migliora solo con la pratica, con un atteggiamento critico nei propri confronti, e analizzando le reazioni dei lettori interessati al nostro successo.


Grazie!! 
Lynn

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