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domenica 15 novembre 2015
Editoriale n°14: Odio fomenta odio, violenza genera violenza
Non voglio unirmi al coro di idioti pro o contro immigrazione, o soffermarmi sulle ragioni di quel che è successo (anche se, a tal proposito, potrebbe risultare molto utile la visione di QUESTO VIDEO). Vorrei, invece, parlare di ciò che ci aspetta.
Cosa ci aspetta, allora?
Inutile negarlo, guerre e odio tra "diversi" esistevano ben prima delle religioni; a conti fatti sono venute contemporaneamente alle guerre e all'odio tra "simili". Le guerre, quindi, non sono MAI esclusivamente portate avanti per ragioni di fede e di odio, ma sono sempre e comunque solo UNO dei motivi oppure una SCUSA. Per esempio, in questo articolo si specifica come l'odio degli ariani verso gli ebrei, pur largamente sentito dalla maggioranza della popolazione tedesca, fosse una maschera dietro cui nascondere il desiderio di controllare territori e/o risorse.
Odio fomenta odio. Violenza genera violenza.
Ed è esattamente quello che sta succedendo.
Politici, cialtroni e semplici coglioni stanno facendo a gara per esprimere la loro sui fatti parigini, su come l'immigrazione vada controllata, su come le frontiere vadano chiuse e su come questo e quell'altro debbano pagarla. Parole che possono tramutarsi in fatti. Odio che genera altro odio. Violenza che genera altra violenza.
Cosa si può fare a riguardo?
Ignorare chi inneggia alla violenza (era accettabile negli anni '30, non oggi che ne sappiamo fin troppo di più.... o così dovrebbe essere) e cercare la collaborazione degli istituti religiosi che ripudiano l'odio. Tenere sotto controllo quei personaggi che possono essere collusi col fondamentalismo islamico (da non confondere con l'Islam) e isolarli prima che possano far danni.
Ma, soprattutto, cercare di fare tutto il possibile per calmierare la situazione in Medio Oriente. Lì c'è un'enorme bomba pronta ad esplodere.
Nel frattempo la redazione di Storici&Salottiere non può fare altro che stringersi attorno alle famiglie delle vittime. Un pensiero lo dedichiamo anche a chi semplicemente lavorava o camminava nei luoghi degli attentati e ha passato attimi d'inferno.
- Ruel
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