martedì 17 novembre 2015

Arabo e islamico. È la stessa cosa?

La Mecca
Per non rischiare di esporci a futili discussioni, non si entrerà nel merito di ciò che accade in questi giorni. Ma affinché non vinca l’ignoranza, e per fornire qualche utile strumento al dialogo, tornerà utile qualche basilare definizione. Basterà una buona lettura degli studi di Pier Giovanni Donini sul mondo arabo-islamico, evitando in tal modo definizioni inopportune.


Non tutti gli arabi sono islamici, né tutti gli islamici sono arabi. Infatti possiamo affermare che ci sono numerosi arabi che si professano cristiani, e viceversa molti europei che hanno aderito all’Islam.
Chi sono gli arabi? Storicamente erano solo i nativi della penisola araba, quella che oggi comprende Arabia Saudita Kuwait, Bahrein, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen. La loro espansione nel VII secolo portò sia alla diffusione della fede islamica che una mescolanza con popolazioni per lo più non arabe, quindi, parlare acriticamente di «arabi» significa disconoscere la realtà costituita dalle numerose minoranze non arabe restie a rinunciare alla propria specificità linguistica, religiosa, culturale. Vanno distinti gli «arabi» dagli «arabizzati», coloro che hanno finito con l’accettare la cultura araba.


L’aggettivo  «musulmano», dall’arabo muslim, denota coloro i quali abbiano fatto la professione di fede davanti a dei testimoni, riconoscendosi membri della comunità del Profeta. Allah significa "Dio" in arabo, lo stesso di ebrei e cristiani, mentre  «Islam» alla lettera è tradotto come  «sottomissione, abbandono, rassegnazione». Connotata in questo senso, è più di una religione: l’Islam è un insieme di norme che guidano l’agire umano.


Chiunque uccida un uomo, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. (Sura 5.32)


Il libro sacro è il Corano, rivelato dall’Arcangelo Gabriele a Maometto, è diviso in 114 Sure, le quali uniformano il modo di agire e pensare musulmano. Insieme alla Sunna, testo sacro che vale un codice di comportamento, costituisce la Sharia, ovvero la legge islamica.


Più di un miliardo, i musulmani sono sparsi per il mondo, dove distingueremo un nucleo compatto (stati arabi dell’Asia e dell’Africa), dalle regioni confinanti (Pakistan, Afghanistan, paesi non arabi dell’Africa) e dalle aree periferiche (sud-est asiatico, Bangladesh, Somalia, Balcani, Europa e America). Grazie a conquiste e occupazioni militari, assimilazione ideologico-culturale, opere di commercianti e missionari, tratte di schiavi, espulsioni e scambi di popolazioni, colonialismo, la fede musulmana si è diffusa da una parte all’altra del globo.


Come nel Cristianesimo, e come nell’Ebraismo, all’interno della religione islamica troviamo divisioni di varia natura: sunniti e sciiti, Islam arabo, Islam turco e Islam iraniano, moderati e integralisti, fondamentalisti… estremisti. Le conseguenze, che accomunano le tre fedi, sono sempre le stesse. Attualità e storia insegnano.


Questo un brevissimo ABC per chiunque voglia intavolare una qualsiasi discussione su quanto sta accadendo e quanto ci circonda, una prima lezione introduttiva.


Fonti:
- G.P. DONINI, Il mondo arabo islamico. Chi e quanti sono i musulmani nel mondo, Roma, Edizioni Lavoro, 2002


Marco Scarfiglieri

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