venerdì 12 febbraio 2016

LibroVsFilm: “The Crow”, dal fumetto allo schermo

“Non può piovere per sempre”
Ci sarà, nella vostra vita, un film che avrete visto decine e decine di volte, da quando eravate piccoli fino all’età più matura e che vi capita di rivedere, di tanto in tanto. Magari un film non proprio adatto al pubblico dei più piccoli, ma uno di quei film che si guardano e basta, e ti rimangono nel cuore, come una spina prepotentemente conficcata, ma che non produce dolore.
Per me quel film è “The Crow”, Il Corvo. Quasi nati insieme, il film è del 1994, diretto da Alex Proyas.
Una storia macabra che nasconde una straziante storia d’amore, da magone e occhi lucidi.


IL FILM
The Crow è la storia di Eric Draven che viene brutalmente ucciso la notte di Halloween, la “notte del Diavolo”, da un gruppo di criminali di New York: TBird, Skank, Funboy e Tin Tin. I quattro irrompono nell’appartamento di Eric e la futura moglie Shelly Webster, gettano lui dalla finestra, violentano lei e la picchiano fino a toglierle la vita. Si sarebbero dovuti sposare il giorno dopo.
Qui compare il corvo, il tramite tra il regno dei vivi e quello dei morti, in grado di far resuscitare l’anima di qualcuno per regolare i conti. È il caso di Eric, che non riesce a sopportare il dolore e la rabbia di quanto accaduto. Un anno dopo la sua morte, il corvo appare sulla sua tomba, riportandolo nel regno dei vivi, invulnerabile a causa della sua nuova natura ultraterrena, pronto a giustiziare i colpevoli e vendicare la sua amata Shelly. Fa ritorno nella sua abitazione in cui rivive i ricordi della vita con la sua amata, la quotidianità fatta di piccole cose, sorrisi, carezze. 

 Si trucca come Pierrot, indossa abiti rigorosamente scuri, elimina uno ad uno i criminali che gli hanno portato via la vita e l’amore. Nel regno dei vivi Eric incontra Sarah, giovanissima amica di Shelly, e riesce a liberare la madre della ragazzina dal mondo della droga e della prostituzione. Prima di potersi finalmente ricongiungere per sempre alla sua amata, Eric viene attirato in una trappola: viene rapita la giovane Sarah per attirare Eric che, scoperta la stretta connessione tra lui e il corvo, si indebolisce se l’animale viene ferito. Nell’ultimo scontro, però, Eric riesce ad avere la meglio, liberare Sarah e tornare definitivamente nel regno dei morti, pronto a passare l’eternità con Shelly.
La pellicola rappresenta l’ultima apparizione cinematografica di Brandon Lee, figlio del celeberrimo Bruce Lee, nei panni di Eric Draven, morto proprio durante una scena del film, a pochi giorni dalla fine delle riprese, per un errore tecnico: una pistola accidentalmente carica che ha costretto la regia a ricorrere a controfigure e accorgimenti tecnici e grafici.
Successivamente sono stati prodotti dei seguiti al film, di cui solo il secondo è un chiaro proseguimento del primo, ma con l’evidente allontanamento dalla trama e dallo stile iniziali.


Perché vedere il film? Per Brandon Lee, bellissimo e misterioso. Per la sountrack dei Cure, "Burn". Per il finale, l'emozionante ricongiungimento dei due amanti. Perché le storie d'amore, diciamoci la verità, sciolgono anche i cuori più duri, specie se dall'epilogo drammatico.

IL FUMETTO
Ho scoperto l’esistenza del fumetto, da cui è tratto il film, solo poco tempo fa. Pur non essendo appassionata del genere, mi è sembrato doveroso cimentarmi nella lettura di ciò che ha dato ispirazione a uno dei miei film preferiti. Creato tra il 1981 e il 1989, il fumetto di James O’Barr non ha ottenuto immediatamente il successo sperato: lo stile narrativo e grafico dell’autore è troppo distante dai canoni accettati dalle major americane. Solo nel 1989 la Caliber Press, casa editrice che non naviga in buone acque, decide di prendere in considerazione il fumetto. La vera e propria consacrazione, però, arriverà solo con l’uscita del film.

Alla soglia della gloria trova la morte che gli porge le mani e gli sussurra..."Ora...Torna a casa, ora" "Tra breve" risponde lui.

Figlio della nuova cultura punk rock, James O’Barr trae ispirazione da un drammatico episodio di cronaca che lo segnerà profondamente: una coppia uccisa nel corso di una rapina per un anello di fidanzamento da appena trenta dollari. Il fumetto sarà la sublimazione del dolore causato anche da un precedente lutto. Ed ecco “The Crow”, dallo stile tetro e drammatico, romantico ed estremamente violento, in cui si fondono splendidamente i ricordi di Eric legati alla sua vita con Shelley e la sete di vendetta che lo porterà ad uccidere i responsabili dell’uccisione dei due amanti. Il fumetto è pura poesia, Eric recita continuamente versi prima di commettere gli omicidi, con lo sguardo severo di chi non perdona.
"Le maree del peccato si fanno sempre più vicine e lucenti, le ore appesantite, sempre più grevi/e le ombre sorridono, scure e selvagge/ è quando speranza e desiderio crollano, l'arco dei sogni discende nella disperazione/ quando gli amanti innocenti danzano come angeli nel fuoco/ è quando la notte cade, come un martello sull'incudine, e la sola ben accetta assoluzione  è la brutalità ereditata/ una singola nota risuona ancora e ancora e ancora."

Del fumetto ho adorato la differenza grafica tra le scene in città in cui Eric è alla ricerca della banda criminale, dai tratti duri e decisi, e la delicatezza con cui sono rappresentati i ricordi della vita prima della morte, quasi in dissolvenza, evocativi e tenerissimi. Il mito del Corvo poggia interamente sull’estetica dark, corrente musicale e di costume sviluppatasi in Inghilterra negli anni Ottanta come evoluzione del punk rock e della new wave. Il personaggio stesso di Eric è un eroe maledetto del rock, modellato su Iggy Pop e Peter Murphy dei Bauhaus e, soprattutto, sulla figura di Jim Morrison, icona dell’immortalità rock raggiunta grazie alla morte dannata.
La storia di Eric e Shelly può essere facilmente considerato come il seguito della tragedia shakespeariana “Romeo and Juliet”, in cui Romeo si ribella al destino e, sovvertendo le leggi della natura, manda all’aria la logica e la razionalità in nome dell’amore eterno.
Molte sono le discordanze tra fumetto e film, innanzitutto la morte dei due amanti: nel film vengono uccisi nel loro appartamento e Shelly finisce in rianimazione, pur non salvandosi. Nel fumetto, invece, il delitto avviene in strada: a causa di un guasto tecnico i due sono costretti a fermarsi nel bel mezzo della notte, proprio nel momento in cui passano i criminali, strafatti e fuori controllo. Uccidono prima Eric, poi commettono ripetute violenze sessuali su Shelly fino a toglierle la vita.
Altro elemento discordante è la figura di Sarah, che nel film conosce da tempo Eric e Shelly, mentre nel film non è Sarah, bensì Sherry, che non ha mai visto Eric prima di incontrarlo sulle scale del palazzo in cui la madre e uno dei criminali consumano nottate a base di sesso e droga. Differenti sono anche le dinamiche e le tempistiche con cui Eric uccide, uno alla volta, tutti i criminali responsabili del duplice omicidio. Nel fumetto, inoltre, non viene mai dichiarato esplicitamente il fatto che Eric sia stato riportato “in vita” dal corvo dopo la sua morte. Per quanto riguarda la figura di Eric, nel fumetto è un poeta che si ciba di versi e vendetta, mentre nel film è un musicista che trova consolazione nella musica.



Ho sempre amato il film per quel particolare romanticismo “dark” che lo rende unico, non smielato, ma comunque estremamente dolce e straziante. Eric è un eroe maledetto e tormentato, giustiziere tornato dall’aldilà per saldare i conti.

Se hai perso il precedente LibroVsFilm, puoi trovarlo QUI.
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- Sher

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