mercoledì 20 gennaio 2016

L'Austria sospende Schengen. E le conseguenze?



Già in passato l'Austria sospese Schengen, in concomitanza con il Campionato europeo di calcio 2008. Un mese. Ora si ricomincia, e i motivi non sono dei migliori, anzi: immigrazione e terrorismo.
Dopo le stragi di Parigi e le molestie organizzate a Colonia, l'Europa sa di essere il target dell'Isis, e c'è chi si aspetta un 11 settembre europeo.
Ma dove inizia la paura? E dove il buon senso?

Per ora sappiamo che la sospensione è temporanea e sarà ufficializzata entro la prossima settimana. Non si sa la fine, se e quando ci sarà. C'è da abituarsi alla reintroduzione dei controlli alla frontiera.

Gli accordi di Schengen: come nascono


L’accordo Schengen si inserisce in un contesto storico particolare, di transizione. Siamo nel 1985, in un momento cruciale per l’integrazione europea, un momento caldo di trattative e accordi tra gli Stati membri della CEE, la Comunità Economica Europea. Cinque paesi, Francia, Germania e i paesi del Benelux (Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo), decidono di sopprimere i controlli di frontiera interni alla Comunità, siano essi fluviali, terresti o aeroportuali, permettendo ai cittadini europei la libera circolazione e il rafforzamento dell’identità europea. L’accordo viene completato da una Convenzione nel giugno 1990, con la definizione delle condizioni di applicazione e, eventualmente, la sospensione della stessa per motivi di sicurezza. Dopo diverse proroghe e nuove adesioni, il 26 marzo 1995 entra in vigore. 

Perché solo questi paesi? Quello del libero trasferimento delle persone è stato un tema sempre delicato, insieme a quello relativo all’adozione di una moneta comune, nel contesto della creazione della Comunità in quanto comportava la regolazione di leggi e regole in materia di immigrazione, asilo politico e altro, a partire dalle molteplici legislazioni già presenti all’interno dei vari Stati. In particolare, l’Italia non risultò tra i paesi firmatari e in quegli stessi anni avviò delle trattative separate con il governo francese per stipulare un accordo bilaterale sulla stessa lunghezza d’onda di Schengen. Trattative, tuttavia, interrotte a causa della politica italiana permissiva in tema di immigrazione. Il governo italiano, infatti, non aveva intenzione di richiedere permessi di ingresso ai cittadini di paesi terzi, provenienti soprattutto dalle zone mediterranee, mentre la Francia, insieme alla RFT (Repubblica Federale Tedesca), insisteva per una politica più restrittiva. Alla fine, l’Italia chiese l’adesione a Schengen nel 1987, firmando gli accordi nel 1990, ma operativi dal 1997, con l’accettazione delle condizioni poste dai paesi firmatari. Anche Spagna e Portogallo, gli ultimi arrivati, per il momento, nella Comunità, aderirono al Trattato. Esclusa la Gran Bretagna che rifiutò di concedere la sovranità.

Piccola nota: è soltanto grazie agli accordi di Schengen che migliaia di ragazzi hanno avuto, e hanno, la possibilità di studiare all’estero, grazie al progetto Erasmus, finalizzato proprio all’interscambio culturale tra giovani europei.


Sul confine

Avete letto il reportage da Bruxelles?
Il Friuli Venezia Giulia ha sempre avuto rapporti commerciali con l'Austria, al punto che lo scambio di turisti e lavoratori è ormai dato per default. Questi controlli incideranno su questo flusso economico?

Alcuni controlli ci sono già, diversi camioncini fermati ai lati della strada. L'Italia è l'antenna che attrae i migranti, e con loro è matematico che ci sia chi non ha buone intenzioni. Esagerazione? Ma anche no. Si vedono solo caserme piene di rifugiati, che si raggruppano col copri fuoco, che prendono l'autobus. Non fanno del male a nessuno e non ne hanno motivo. Scappano dalla guerra. Viviamo vite tranquille senza che il problema immigrazione sia unito alla paura concreta del terrorismo. O almeno, quelli che non vivono nelle possibili città target.
Ecco, le forze di polizia schierate in questi luoghi pieni di persone possibili obiettivi di un attacco, i controlli, gli occhi puntati su chiunque cammini per strada... è in queste città che si capisce in che razza di situazione siamo.

Ha senso parlare di paura di intaccamento dei rapporti commerciali? Certo. La vita va avanti. Se in gioco entra una variante, si deve imparare a giocare in modo diverso. Sperando che non sia necessario...

Anche la Slovenia, sulla scia del cancelliere austriaco Faymann, vuole sospendere gli accordi di Schengen. Per arginare gli arrivi dalla Croazia.

Fino alla distruzione?

L'Europa ha ancora una volta dimostrato di non essere Europa. E come potrebbe essere altrimenti? L'UE è formata da Stati che nei secoli passati hanno cercato di distruggersi tra loro, riunitisi solo per risorgere dalle ceneri che loro stessi avevano creato, risurrezione che è stata possibile solo grazie ai dollari del Piano Marshall. La mancanza di fiducia tra i tre paesi-guida, Germania, Francia e Gran Bretagna, ha minato seriamente alla base la funzione primaria di cooperazione tra Stati e che diventa palese in periodi di crisi più o meno grave.

Possiamo aspettarci di peggio? Forse sì, ma la strada verso la distruzione totale è ancora lunga, o almeno non chiaramente palesata. Più vicina sicuramente è un'effettiva (non necessariamente legale) disgregazione dell'organo Europa, se non ci stiamo già arrivando.... si spera.




- Lynn, Sher & Ruel

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