lunedì 23 novembre 2015

Nitrologia: in un mondo parallelo



      Ciao Nitrus, parlaci di te!

Ciao ragazzi, innanzitutto è un piacere per me! Il mio nome è Manuel, ho 25 anni e vivo a Roma. Beh, su di me non ho molto da dire, sono un ragazzo come tanti, cresciuto con i ragazzi del quartiere, ho due fratelli più grandi di me e una passione fottuta per la musica. Già da piccolo giravo sempre con le cuffie nelle orecchie: quando ero in viaggio con i miei, sull’autobus per andare a scuola, durante l’orario scolastico per sviare le lezioni (ride, ndr)… Ovunque, a volte uscivo solamente per fare due passi con le cuffie ficcate nelle orecchie per proiettarmi mentalmente altrove, con la mia musica, lontano dai problemi e dal traffico della città. Ciò però non vuol dire che fossi il tipico ragazzo isolato, anzi, ero sempre in giro con gli amici, come si faceva una volta, e si trascorrevano le giornate in strada a giocare a pallone o a metterci in qualche casino; avevamo poco ma eravamo molto felici. Darei un braccio per rivivere quei tempi che ricordo con malinconia, oggi invece i tempi sono totalmente cambiati, tutto sembra essere diventato così sintetico e freddo, la gente vive sui social rinchiusa in casa fottuta dalle proprie paure condividendo le proprie emozioni tramite uno schermo; si è perso il concetto dello stare insieme, di condividere le giornate per quelle che erano, o magari semplicemente si cresce e si ha un’altra percezione della vita. Così crescendo mi sono rifugiato nella musica, è stato praticamente il mio bastone che mi ha accompagnato alla vecchiaia!

 "Nitrologia"

È appena uscito il tuo nuovo album. Il brano Nitrus el Gringo - Nitrologia già ci dice molto e ci introduce al tuo mondo, ma raccontaci come è nata l’idea. 
 
Ti è mai capitato che ti chiedessero “vorrei proprio sapere che ti passa per la testa”? A me in continuazione! Colpa della mia testa pazza probabilmente, quello è stato uno dei spunti principali. Nitrologia è sicuramente uno dei brani, insieme a il Tempo è oro, a cui sono più affezionato. L’idea è stata pura fantasia, mescolata alla mia follia che ormai mi accompagna da tempo (ride, ndr). Ho voluto creare un mondo parallelo che proiettasse l’ascoltatore nella mia testa, così da poter vedere la mia concezione del mondo, i miei pensieri, i miei demoni più intimi e, appunto, potesse vivere per 2 minuti e 27 secondi nel mio cranio, come faccio intendere nella citazione “spasmi di paura delirio e follia ma non è las vegas siamo nella testa mia, quest’è Nitrologia”.  
Il titolo nasce dalla fusione del mio soprannome Nitrus & la parola “Logia”, logica: così è nato il nome di Nitrologia, praticamente la logica di Nitrus, un viaggio nel mio universo parallelo. Da qui anche il nome dell’album; ho incentrato l’intero disco su questo tema, dando un ordine preciso alla tracklist. Ascoltando l’album infatti c’è un’introduzione in questo mondo parallelo e allo stesso tempo un viaggio dentro di esso, passando da argomenti più astratti, fino alla mia visione del mondo di oggi. Praticamente ho cercato di creare una sorta di Trip, inserendo messaggi nelle tracce sulla società in cui viviamo, sull’omologazione, passando al controllo sociale di cui siamo schiavi senza rendercene conto. Chi riuscirà a cogliere il messaggio lasciato nei testi sarà un fan genuino, poi c’è chi si ferma alla superficialità del ritornello orecchiabile o al fatto che sono pezzi non commerciali, ma quello è un parere che neanche mi interessa; per quel genere di musica ci sono tonnellate di artisti mossi da etichette discografiche che fanno il loro bel lavoro smuovendo la giostra del soldo. Come cito in Carta straccia:
 “lo faccio per me perché nessuno è più in grado d’ascoltare, meglio carta senza prezzo che un pezzo commerciale”.

 
Tornando al pezzo di Nitrologia sono completamente soddisfatto del lavoro che abbiamo tirato fuori: il tappeto musicale è di SoulCypher;  è molto spettrale e rende bene l’idea, invece Dj Muf ha completato l’opera inserendo dei cut sul ritornello e completando così il pezzo.
Per rendere ancor meglio l’idea sulla traccia sto lavorando anche al video: l’idea è quella di riprodurre materialmente quel mondo così che oltre a narrarlo nel pezzo si ha anche un impatto visivo di quello che racconto, il tutto sarà rappresentato anche in fumetti disegnati da Mr.Wolf di cui già ho visto alcuni Sketch e posso dire che ha centrato appieno l’idea.


     Il brano Equilibrio Precario recita: “la senti questa musica? È musica di rivolta”. Cos’è per te la musica?
 
Per me la musica è tutto e appunto per questo deve trasmettere emozioni. A prescindere dal genere che fai, per come la vedo io, puoi fare musica classica o punk rock, non conta il genere musicale che porti avanti, ma quello che trasmetti alla gente. Devi trasmettere emozioni, nel migliore dei casi sentimenti veri a chi ascolta, sennò la musica muore. 

      Quanto è difficile fare musica, oggi? Perché?
 
Dipende cosa si intende per fare musica, per certi versi è anche fin troppo accessibile; con l’arrivo di youtube e dei social network sono esplosi gli artisti fai da te, tutti i ragazzi della mia età vogliono fare musica rap, mentre quando andavo a scuola io ero preso di mira dagli altri ragazzi perché vestivo due misure più grandi della mia, col cappellino e le cuffie, mentre oggi sembra essere la moda del momento. La cosa realmente difficile è relazionarsi con il pubblico, far ascoltare i propri pezzi. Con youtube e facebook puoi divulgarli nella rete, è vero, ma c’è parecchia diffidenza e se sei da solo a spingere il tuo prodotto devi fare tipo venditore porta a porta sperando che dall’altro lato chi riceve il prodotto gli dia un ascolto e ti prenda in considerazione facendo nascere così una connessione con altri artisti, ma essendo numerosi questo accade raramente e anche il possibile ragazzo di talento viene messo nel mucchio. Riuscire a farsi largo non è affatto facile.  
 
      L’album è “contaminato” da dialoghi. Perché questa scelta?

Volevo che il disco fosse suddiviso in capitoli come un libro, dove i vari skit fanno da intermezzo nell’album spezzando così la concentrazione di chi lo ascolta per proiettarlo con un vero e proprio discorso su un altro argomento. La prima parte del disco infatti comincia con la Follia, le prime tracce dell’album sono viaggi interpersonali, molto astratti, la seconda parte invece ti mette di fronte al fatto che non siamo possessori di nulla, anzi diventiamo schiavi di ciò che possediamo, schiavi delle nostre vite multimediali, schiavi del tempo, delle nostre passioni e dei nostri demoni interiori, mentre l’ultimo skit suona come una sveglia per chi sta ascoltando, tirando fuori l’ascoltatore da tutti i concetti precedenti e concentrando la rabbia verso la società trattando argomenti come il controllo sociale, un sistema piramidale che mangia sulle spalle della gente, le guerre per interessi fino ad un’ipotetica rivolta del popolo ormai stanco.

Si nota, all’ascolto, una vena polemica nei confronti della società attuale. Un po’ troppo pessimista?

Secondo me no, anzi, ho puntato ad enfatizzare proprio questa cosa per generare un senso di fastidio all’ascoltatore, come quasi a volergli far aprire gli occhi e fargli capire che sta vivendo la vita che per lui hanno scelto. Ci hanno ridotti a prodotti di mercato, siamo le fabbriche di noi stessi, prodotti della nostra stessa vita, siamo troppo impegnati a fare la fila alla nuova uscita dell’Iphone e a seguire le partite di calcio che ci dimentichiamo di vivere la nostra vita; ci gettano fumo negli occhi dicendoci cosa mangiare, cosa comprare, con cosa ammalarci e come curarci, praticamente spargono il male per venderne la cura. Nessuno ha più un ideale nella vita, un sogno nel cassetto, siamo troppo impegnati a sopravvivere in questa vita spengendo così le speranze della gente e rendendoci facili da controllare. Nei testi riverso questo odio per cercare di mandare messaggi tramite la musica, comunicare qualcosa. Questo è il mio modo di essere.
 
      Come e quando hai iniziato a fare musica?

Cominciai ad appassionarmi alla musica Rap in particolare all’età di 15 anni; ricordo ancora mio fratello che rientra a casa e mi dice “oh ascolta un po’ ‘sta canzone, vedi se ti piace” e mette su una canzone di Frank Siciliano “Notte blu”. Quello è stato il mio battesimo con il rap italiano, da lì è stato amore a prima vista. Così iniziai a cercare sempre più artisti che supportassero il movimento “Genuino” in Italia e scoprii artisti come Colle Der Fomento, Lou X, Kaos one, Noyz Narcos, Suarez e così via; da lì in poi è stato un viaggio ininterrotto verso questa cultura, con gli amici ci siamo avvicinati al mondo del writing per un breve tempo, poi a quello della break dance per poi infognarmi definitivamente dove mi sento più a mio agio, nella musica rap, potendo esprimere i miei pensieri su un foglio bianco, stile seduta psichiatrica! Quando sei lì, ci sei solo tu, un foglio bianco e la penna. Ti si spalanca un mondo di fronte, sai che potrai esprimere qualsiasi concetto dal più astratto che ti passa per la testa al più tangibile in cui chiunque ci si possa ritrovare, io cerco sempre di mescolare entrambe le cose così da creare appunto un viaggio mentale durante l’ascolto delle tracce esprimendo quello che ho dentro. Cerco di lanciare un messaggio nella mia musica. Ho cominciato nel 2010, spronato dal mio stesso amico con cui avevamo iniziato insieme il percorso nella break dance e successivamente formando il gruppo BloodTies: è lui che mi ha spinto a cominciare, ha fatto scattare la scintilla che ha innescato tutto il meccanismo, gli devo molto per questo. Il tutto era cominciato quasi per gioco, butti giù le prime rime, le registri e pensi sia finita lì, invece diventa come una droga, non riesci più a farne a meno, così sono venuti fuori i primi progetti, i primi live, le prime battle di freestyle e oggi il mio disco ufficiale.


      Progetti passati e progetti futuri?

I progetti passati sono quelli che hanno un affetto particolare in quanto sono stati i primi lavori veri e propri. Ricordo che registravamo ovunque capitasse, nei box degli amici, in vecchi garage, in camera nostra, intanto in cucina i tuoi si tiravano i piatti (scherzo!), anche se fra una registrazione e l’altra c’era di tutto. Poi nel tempo abbiamo deciso di iniziare a fare qualcosa di più concreto per presentare un progetto più sano, così ci siamo iniziati ad avvicinare ai primi studi di registrazione e abbiamo cominciato con i primi live. Quando era possibile, partecipavamo come collettivo, altre volte partecipavo da solo, volevo immergermi totalmente in quest’ambiente, così mi iniziai ad iscrivere alle battle di freestyle, contest di tracce, e andare a suonare in qualsiasi live capitasse; ero spinto dalla passione e non importava se ero da solo o con qualcuno che venisse a supportarmi, l’obiettivo era quello di colpire con la musica, entrando sul palco come anonimo e scendendo magari ricevendo i complimenti da chi era ad ascoltare, nessuno magari a fine serata ricordava il mio nome, ma lo sforzo era ripagato con il guadagno del rispetto della gente. Così facendo ho iniziato ad allargare il mio giro di amicizie conoscendo sempre più gente e ricevendo inviti a suonare alle jam, più di una volta sono partito da solo da Roma per andare a suonare in Abruzzo, mi buttavo sul Cotral con le cuffie, solo io e la musica per tutto il viaggio, per andare a suonare a 240 km di distanza di fronte a un pubblico che non sapeva minimamente chi io fossi, il tutto a spese mie, ma non importava, quello che mi importava era avere un palco dove potermi esibire.
Progetti futuri ce ne saranno sicuramente, per ora non ho nulla in cantiere, il disco è uscito solo da pochi giorni e l’obiettivo è quello di portarlo live in più zone possibili d’Italia e spingerlo a dovere, spingere il messaggio contenuto in esso. Non escludo comunque un sequel.

Dove possiamo seguirti/ascoltarti?
 
Per rimanere aggiornati sui prossimi progetti date live e altro potete seguirmi sulla pagina facebook, appunto per rimanere in tema di social (ride, ndr),  ma, soprattutto, partecipate alle serate che organizzano e supportate questa cultura!
A questo punto penso vi sarete anche rotti le scatole di sentirmi parlare! Se invece siete arrivati fino a questo punto dell’intervista vuol dire che forse ho lasciato un messaggio o qualcosa a chiunque la stia leggendo.  Bella ragazzi, grazie per lo spazio sul vostro sito e per la chiacchierata, è stato un piacere! Alla prossima!

Qui sono elencati i link per lo streaming e l’acquisto dell’album Nitrologia:
Per ascoltarlo gratis su YOUTUBE
Per ascoltarlo gratis su SPOTIFY 
Per acquistarlo da GOOGLE PLAY
Per acquistarlo da I-TUNES
Per acquistare la copia fisica BIGCARTEL 

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Sher 
 

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