"Il bombardamento è andato avanti per oltre 30 minuti dopo la segnalazione degli ufficiali americani e afghani. Tutte le parti in conflitto, incluse Kabul e Washington, conoscevano le coordinate delle nostre strutture già da mesi". –Medici senza frontiere
"Bombardare un ospedale dove si curano i feriti è un atto di violenza inaccettabile. Un ospedale è un luogo di cura che come tale va tutelato e ciò è possibile solo se gli ospedali vengono rispettati da tutte le parti in conflitto, come previsto dalle convenzioni di Ginevra". -Emergency
Questa puntata di “Personalità Oggi” voglio dedicarla, senza pensarci due volte, a tutti quei medici, infermieri e volontari che prestano servizio sanitario e umanitario nelle zone di guerra, povertà, carestia, fame. Quegli stessi medici che sono stati bombardati a Kunduz, in Afghanistan, la notte tra il 2 e il 3 Ottobre, ore 2.15 locali, da caccia-bombardieri statunitensi che da tempo conducono raid aerei a sostegno delle truppe di Kabul per strappare la città dalle mani dei Talebani. Il bilancio, drammatico, è di almeno 20 vittime, tra cui medici e bambini, e decine di feriti. “Un errore” si giustifica la Nato, che ha condotto la spedizione. Un orrore, azzarderei invece. L’errore stesso sta nell’irrazionalità della guerra e questo attentato ha tutti i requisiti per essere definito un “crimine di guerra”.
La testata giornalistica "Internazionale" ha intervistato Stefano Zannini, direttore al supporto delle operazioni di Medici Senza Frontiere Italia in seguito all'accaduto: qui trovate il video.
MEDICI SENZA
FRONTIERE: CHI SONO E DOVE OPERANO

Nel 1999
riceve il premio Nobel per la pace (sì, lo stesso che ha ricevuto Obama nel
2009)
"[…] come riconoscimento per il lavoro umanitario pionieristico che l’organizzazione ha realizzato in vari continenti. Fin dalla sua fondazione nei primi anni ’70, MSF ha aderito al principio fondamentale che tutte le vittime di un disastro, sia naturale sia di origini umane, hanno diritto a un’assistenza professionale, fornita con le maggiori celerità ed efficienza possibili. I confini nazionali e le circostanze e le simpatie politiche non devono influenzare la decisione su chi debba ricevere aiuto umanitario. Mantenendo un alto livello di indipendenza, l’organizzazione è riuscita a portare avanti questi ideali.”
In prima linea in occasione dello
tsunami che nel 2004 ha devastato il Sud-Est asiatico e a seguito del tifone
Yolanda nel 2013, nelle Filippine, l’attività di MSF è possibile soprattutto
grazie alle donazioni che provengono, per la maggior parte, da sostenitori
privati italiani.
EMERGENCY, IL FRATELLO GEMELLO
A rispondere immediatamente all’attacco
subìto presso una struttura di MSF è stata l’organizzazione umanitaria
nazionale italiana Emergency che ha accolto nei propri locali alcuni feriti
sopravvissuti all’attacco. Nel territorio afghano, Emergency gestisce tre
ospedali, un centro di maternità e quasi cinquanta posti di primo soccorso,
oltre alle strutture sanitarie in Iraq, Sierra Leone, Repubblica Centroafricana,
Sudan e Italia.

Dalla sua nascita, Emergency è
intervenuta in sedici Paesi curando oltre sei milioni di persone. E non è di
certo intenzionata a fermarsi.
Come MSF, Emergency sopravvive
principalmente grazie alle donazioni private e raccolte fondi.
VOLONTARI E MEDICI SPECIALIZZATI: UN
TEAM VINCENTE
Entrambe le organizzazioni si
avvalgono si un team specializzato, composto da medici, cardiologi, chirurghi,
fisioterapisti, infermieri pronti a dare la vita, come abbiamo tristemente constatato
pochi giorni fa, per aiutare chi non ha la speranza di riuscire a sopravvivere.
Sono un esercito di uomini e donne che portano cure e assistenza nelle zone più
colpite della Terra.
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Centro pediatrico Nyala, in Sudan |
Chapeau!
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- Sher
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