lunedì 26 ottobre 2015

"I passi della vita" di Arianna Raimondi: tra immaginazione e autobiografia


Giovane studentessa universitaria, la Raimondi è riuscita, con il suo romanzo d'esordio, a coronare un suo sogno.
"I passi della vita" racconta la storia di una ragazza che a cuore aperto ripercorre gli anni più belli e anche più contrastanti, quelli dell'adolescenza. Dalle prime storie sentimentali ai drammi familiari, dalle controverse amicizie alla sete di popolarità, il romanzo raccoglie tutte le sensazioni provate, i sogni infranti e la speranza di ricominciare, con un pensiero costante che la guiderà: essere sé stessi e non arrendersi mai.
Ho letto il romanzo e ho intervistato per voi l'autrice; vi presento Arianna!

1) Ciao Arianna, dicci qualcosa di te!

È sempre stata una domanda che reputo difficile parlare di se stessi a ruota libera, comunque ci proverò.  Sono nata a Milano, ma cresciuta a Bergamo. Studio lingue e letterature straniere moderne e di tanto in tanto svolgo lavori part time (se la crisi me lo consente). Sono sempre stata appassionata fin da piccola a musica e animali. A 14 anni ho abbandonato il mio sogno di fare la veterinaria e a 18 quello di far musica.  La scrittura è nata così, per caso, successivamente. Per il resto, beh, mi definirei una ragazza ordinaria, con la testa sempre fra le nuvole.


2) Come ti sei approcciata alla scrittura e quando hai capito che sarebbe diventata la tua professione?
 

L'autrice
Se sarà la mia professione diciamo che non l’ho ancora capito completamente, nel senso che sono ancora un'esordiente e per quanto mi piacerebbe essere una scrittrice professionista, non spetta a me dire se lo sarò o meno, ma ai miei lettori. Per quanto riguarda invece il primo approccio con la scrittura, diciamo che è sempre stato qualcosa che era dentro di me, ma che ho sempre sottovalutato e/o ignorato, proprio perché mi concentravo su altro. Fin da piccola mi piaceva immaginare storie da raccontare ai coetanei, oppure avventure da vivere. Un giorno, alle scuole medie, io e un'amica provammo addirittura a scrivere un libro insieme, ma dopo pochi giorni lasciammo perdere. Ho incominciato a scrivere veramente nel 2012 “i passi della vita” che allora s'intitolava "il cambiamento". Lo scrissi perché avevo capito da un po' che anche il mio sogno di far musica si era infranto e avevo bisogno di sogni, di ambizioni per sentirmi viva. Poi capii che la mia dote nello scrivere testi di canzoni e la mia fantasia potevano essere fuse insieme ed essere usate per qualcosa come la letteratura. D’altronde di storie vissute o sentite a cui ispirarmi ne avevo davvero tante, pur avendo poco più di 19 anni. Così ad aprile 2012 cominciai a scrivere quel libro, e prima di finirlo ed editarlo impiegai ben 3 anni!


3)Arriviamo a "i passi della vita". In questo romanzo affronti temi più o meno importanti, dai classici problemi adolescenziali, legati alle prime storie d'amore e alla solitudine, fino ai lutti familiari che creano un vuoto incolmabile in una giovane ragazzina. C'è un po' di tutto! 

Sì, esatto. Volevo creare un romanzo vero in cui tutti più o meno potessero immedesimarsi almeno in una delle parti del racconto. Ovviamente, durante la mia adolescenza, ho affrontato anche io alcune difficoltà,  poi ho visto molti coetanei affrontare altri problemi e molti di loro arrendersi o cambiare personalità… Così ecco l'idea, ecco la storia della protagonista dei passi della vita: una fusione di vite in una sola!


4) Una frase, nel capitolo 14, recita "non c'è peggior dolore della morte dell'anima, mentre il corpo continua a vivere". Un'immagine forte. 

Sì, è un mio credo. Tutti pensano che sia sufficiente respirare per vivere, ma non è così.  La vita è profonda ed è molto più che il semplice respirare. È un insieme di emozioni, di esperienze. Se uno respira e passa tutto il giorno a far nulla e a vivere come un automa solo perché deve, equivale ad aspettare la morte, e quello sicuramente non è vivere.

Il romanzo


5) Domanda forse banale, ma d'obbligo: non sei tu la protagonista, ma quanto c'è di autobiografico nel libro?

Dunque, mi sono ispirata a me stessa per gli anni del liceo, i problemi con i professori, il desiderio di popolarità, i dissidi coi compagni, i sentimenti per gli amici. Poi mi sono ispirata a me stessa negli anni universitari, anche se io, a differenza della protagonista, li sto ancora vivendo. Non mi sono ispirata a me, invece, per quanto riguarda lutti, liti e il tradimento. Anche se poi, dopo aver finito di scrivere il libro, mi son resa conto di aver vissuto un lutto simile. Ovviamente, sono solo eventi da cui ho tratto ispirazione e che in nessun caso sono stati descritti fedelmente come sono realmente accaduti.


6) È stato facile pubblicare?

No, per niente. Ho pubblicato con “youcanprint” perché purtroppo ho trovato solo editori a pagamento.


7) A chi consigli il tuo libro? Perché dovrebbe essere letto?

Consiglio la lettura a chi ama leggere tutti i generi letterari, a chi ama emozionarsi, sognare, o si interessa di temi sociali. Deve essere letto e diffuso perché tutti devono capire che i momenti belli, così come quelli brutti, fanno parte della vita, sono solo delle fasi, dei "passi" che tutti facciamo, ma non per questo ci dobbiamo abbattere.

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Sher

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