venerdì 4 settembre 2015

Perché i fumetti fanno bene? Parte 3

Ed eccoci giunti al terzo atto, anche se un po’ a rilento. Purtroppo dovete sapere che il dividermi tra molti siti per cui scrivo non sempre mi riesce bene e così sono stato costretto ad allungare leggermente i tempi di questi nostri appuntamenti. In ogni caso eccoci qui.

Ciò di cui voglio parlare oggi, in onore e a favore dei fumetti, riguarda la cultura presente all’interno degli stessi. Dopo aver parlato dei valori di cui sono testimoni gli albi a puntate mi sembra più che giusto spendere due parole per raccontare a voi che mi leggete quanta cultura si può trovare in un fumetto; dove per cultura intendo: attualità, mitologia, politica, letteratura, musica e chi più ne ha più ne metta.

I fumetti e la diffusione della cultura



Per dimostrare questa piccola “teoria” mi basterà prendere ad esempio pochi ma specifici fumetti, anche se potrei trovare un riferimento culturale praticamente in ogni volume che mi viene in mente. Comincerò con l’indagatore dell’incubo (non vedevo l’ora di parlarne): Dylan Dog. All’interno della serie a fumetti, tutta italiana, creata da Tiziano Sclavi, la citazione e il riferimento culturale è d’obbligo quasi in ogni numero e a volte se ne possono trovare anche più di uno. Credo che quasi tutti conoscano Dylan, quindi darò per scontata la trama cercando di concentrarmi solo e unicamente sul mio discorso principale. Al di là dei riferimenti mitologici, esoterici, biblici e occulti che si possono facilmente rintracciare tra le pagine di Sclavi e che sono molto evidenti perché ben spiegati negli stessi albi, si possono trovare anche riferimenti alla musica, spesso di Bob Dylan, ma non solo, o alla letteratura o al cinema, al teatro grazie alla presenza di citazioni, cameo, comparsate. Insomma c’è abbastanza roba da scoprire quasi in ogni pagina. Oppure basta pensare alle strisce di Mafalda, dei Peanuts, di Sturmtruppen, e a quanti riferimenti politici e sociali ci siano al loro interno. O ancora basta leggere un manga come Full Metal Alchemist per conoscere e farsi attrarre dai principi dell’alchimia; oppure Inferno e Paradiso per venire a conoscenza di alcune tra le principali leggende del folklore cinese.


Detto questo qual è il mio obiettivo? Dove voglio andare a parare? E’ abbastanza chiaro che all’interno di ogni fumetto, così come nei libri, così come nei film, ci siano riferimenti alla cultura in generale e ad altri avvenimenti, etc. Ma provate a seguire il ragionamento: compro un fumetto, in questo caso un Dylan Dog, lo leggo e all’interno trovo due otre riferimenti cultuali che mi rimandano ad altre cose che non conoscevo, come per esempio la Cabala, il Transfert e la Lady di Ferro; mettiamo il caso che incuriosito da queste cose io le vada a ricercare al di là del fumetto, allora inizierò a leggere qualcosa in riferimento alla religione ebraica, qualcosa sull’esoterismo e qualcosa sulla politica inglese di circa venti anni fa. Da quelle letture, magari sarò attratto da altre diciture interessanti, come ad esempio l’angelo Israfael, il Poltergeist e il Sandinismo, e così via e così discorrendo.

Conte di Saint Germain
Ad esempio, in passato, leggendo D. Gray Man, manga giapponese di Katsura Hoshino, mi sono imbattuto nella figura de “Il conte del Millennio”, che cercando successivamente on-line, ho scoperto essere una persona realmente esistente: il conte di Saint-Germein esoterista, alchimista e plurilinguista del primo’700.
E questo è solo uno degli infiniti esempi che potrei fare.

La domanda “Perché questo dovrebbe valere solo per i fumetti?” che potrebbe sorgere spontanea nella mente di voi lettori trova facile risposta in questo modo: non si è mai parlato di esclusività dei fumetti, ma anzi, di tutto il contrario. La mia intenzione è dimostrare che anche la nona arte, proprio come il cinema, i quadri, i libri e così via, possiede al suo interno un humus culturale di tutto rispetto e che seguendo la stessa materia culturale di cui sono composte le pagine dei fumetti si può arrivare ad avere una vastissima cultura generale e di conseguenza ad approfondire la propria conoscenza, generale o specifica, sul mondo che ci circonda. Grazie al fumetto poi, miscela di disegno e scrittura, il messaggio, e quindi la citazione, riesce a penetrare in maniera più rapida la mente del lettore, permettendo un più veloce apprendimento dei riferimenti culturali disseminati qua e là.

Non ci credete? Allora seguendo l’esempio citato sopra provate a sperimentare voi stessi e poi scrivetemi quante cose che non conoscevate avete scoperto seguendo questo metodo. Vi aspetto.

Sergio Mario Ottaiano

P.S.
Consiglio fumettistico: provate a leggere Hellsing di Kōta Hirano e scoprite quanti riferimenti, realistici, ci sono sulla leggenda di Dracula.


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