sabato 29 agosto 2015

Editoriale n°10: la strage (infinita) degli innocenti



ATTENZIONE: l'articolo contiene immagini che potrebbero urtare la vostra sensibilità.

Guardali, tutti. Uno per uno.
Potrebbero essere i tuoi figli, fratelli, cugini, genitori. E potresti persino essere tu.






 L’Europa ha bisogno di un piano immediato, ma, soprattutto, concreto. Continuare a dire “dobbiamo fare qualcosa”, “basta con questa strage di vite umane”, non è sufficiente. Ormai dovrebbe essere chiaro.
Un mese fa, dopo l’ennesima strage in mare, l’Europa ha cominciato seriamente a far fronte al problema dell’immigrazione. Peccato che, da un mese a questa parte, le vittime di naufragio siano aumentate considerevolmente e vergognosamente.
Quante vite spezzate conta, ad oggi, il Mar Mediterraneo? Quante? Probabilmente abbiamo tutti perso il conto, oltre che il senno.


“L’Europa ha fallito”


Così scrive il New York Times, puntando il dito contro Francia e Gran Bretagna in particolar modo, dopo la notizia sconcertante pervenuta ieri delle settanta vittime trovate in un tir abbandonato in Austria. SETTANTA persone morte soffocate l’una contro l’altra, in agonia tra i propri escrementi, tra la disperazione e la consapevolezza della morte imminente, senza neanche lo spazio per respirare o alzare la mano, senza neanche la voce per poter almeno tentare di urlare una richiesta d’aiuto.
E cosa dire degli scontri alla frontiera tra Grecia e Macedonia? Una carneficina umana che va al di là di ogni ragionevole tentativo di comprendere il disagio provocato dalla massiccia migrazione. Un affronto ai più sacri diritti umani.
Secondo le ultime dichiarazioni, la cancelliera tedesca Angela Merkel è pronta a concretizzare i piani di aiuto e sostegno per arginare il dramma delle stragi nei mari e via terra, mentre il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon afferma “Sono inorridito e con il cuore spezzato per la morte dei rifugiati e dei migranti nel Mediterraneo e in Europa. La comunità internazionale deve mostrare maggiore determinazione nella risoluzione dei conflitti e di altri problemi che non lasciano alle persone altra scelta che fuggire, altrimenti il numero di sfollati, oltre 40mila al giorno, non potrà che aumentare”.
Dall’Italia, il Premier Matteo Renzi parla di “una morte assurda che sconvolge la coscienza di ognuno di noi e sottolinea la centralità del tema dell’immigrazione in un’Europa dove tornano a ergersi muri”.
Una grande consapevolezza, a quanto sembra, che aspetta di essere concretizzata in piani seri che vadano oltre le differenze politico-economiche dei Paesi europei.

Un po’ di numeri


L’Onu ha tentato di quantificare il drammatico bilancio delle vittime dei naufragi al largo delle coste italiane. Secondo l’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr), dall’inizio dell’anno 2015, sono circa 300 mila i rifugiati e i  migranti che si sono messi in viaggio per attraversare il Mediterraneo e ben 2500 i morti e i dispersi nelle acque nostrane, secondo stime quanto più vicine alla realtà. Nel Canale di Sicilia l’incidente più drammatico è quello dello scorso 18 Aprile 2015 con un bilancio di 700 vittime; una strage senza precedenti.

Siamo tutti cittadini del mondo


È un appello all’umanità quello che deve essere lanciato in ogni casa, in ogni chiesa, in ogni coscienza. Non esistono colori politici, etnici, sociali. Non esistono barriere e muri per nasconderci da questa tragica realtà. Non esiste chi crede ancora che ci sia chi merita di più e chi merita di essere lasciato morire in mare con la speranza di raggiungere un posto migliore, di costruire un futuro dignitoso per i propri figli, per la propria famiglia.
È un appello alla solidarietà quello che l’Europa dovrebbe diffondere perché se è vero che la legge è uguale per tutti, il diritto alla vita va oltre ogni imperativo morale, etico e religioso. 

Immagine della Cear (Comision Espanola de Ayuda al Refugiato) contro le stragi nel Mediterraneo

- Sher

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