lunedì 8 giugno 2015

Opium: romanzo su una donna, il tè e l'oppio



Titolo: Opium
Autore: Maxence Fermine
Anno: 2003
Casa editrice: Bompiani, Milano
Genere: favola storica

Dicono che un libro non si giudichi dalla copertina, ma in biblioteca, in mezzo a scaffali e scaffali di libri, questo romanzo con sovracopertina rossa e titolo in oro ha catturato la mia attenzione.
Solitamente non mi soffermo molto nella sezione letteratura francese, ma stavolta non ho potuto farne a meno. Istinto, destino, o il libro stesso mi ha chiamato.

Favola poetica del tè e dell'oppio


“Sai che l'arte del è una musica d'acqua? […] Rifletti bene e ascolta. Innanzitutto c'è la musica della pioggia sulle foglie degli alberi da tè, un leggero fremito di un tamburo di luce verde colpito dalle argentee bacchette dal cielo. Poi c'è la musica del raccolto, accompagnata dal danzare dei veli delle coglitrici. Successivamente c'è la musica di una sorgente d'acqua dalla purezza e dalla freschezza straordinarie. Infine c'è la musica dell'acqua bollente versata lentamente sulle foglie di tè.”

Charles Stowe fin da piccolo è stato innamorato del tè e, desideroso di scoprirne i segreti nell'allora sconosciuta Cina, parte per Shangai sperando di poter comprare il famoso tè bianco riservato solo all'imperatore. Sono anni difficili, l'impero di Mezzo non concede libertà di movimento agli stranieri, se non nei quartieri adibiti e Charles, seguendo una donna misteriosa dagli occhi verdi e il profumo dell'oppio, scoprirà il segreto che tanto cercava, a un dovuto prezzo.

Opium non è un romanzo d'avventura, quanto una favola storica poetica. I capitoli sono brevi, ma narrati in modo melodioso, con descrizioni curate, ma non troppo. Non troverete dettagli sulla vita quotidiana nella Cina del 1800, non troverete malattie né disagi, solo l'incantesimo dell'oppio e del tè.

Robert Fortune


Risultati immagini per robert fortuneNel libro viene citato Robert Fortune, un botanico esploratore che visse effettivamente nella prima metà dell' '800. Grazie a lui e alle ventimila pianticelle di tè che negli anni '40 portò dalla Cina, l'impero britannico poté porre fine al monopolio dell'Impero di Mezzo sul tè creando una piantagione di tutto rispetto in India.
Che dire... grazie Robert, sei il fautore dell'esportazione mondiale del tè e della mia dipendenza dalla bevanda delle cinque.


- Lynn  

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