Ritorniamo con le interviste a giovani artisti desiderosi di farsi valere con la propria arte. Stavolta sotto i riflettori abbiamo Norman S., aspirante pittore professionista da Torino.
1) Ciao Norman! Quanti anni hai, dove vivi e cosa studi o che lavoro fai?
Studio il comportamento umano, vivo sulla Luna e mi sveglio ogni giorno con un’età diversa :D
Scherzi a parte, provengo da quella magica annata dell’88, che come numero ci ricorda due sagome umane (forse amici o amanti o perfetti sconosciuti?), l’una accanto all’altra. Sì, l’ho notato solo adesso.
Vivo a Torino e lavoro come ausiliario all’interno di strutture ospedaliere. Insomma, salvo le vite. Si può dire così, vero?
2) Nella tua pagina The chaos theory posti le foto dei tuoi dipinti. Quando hai iniziato a dipingere?
Ho cominciato all'incirca tre anni fa, quindi più o meno nel 2012. Se la matematica non m’inganna, e se io non inganno lei, ovvio.
2b) Hai frequentato un'accademia d'arte o un corso?
Non proprio. Ho una qualifica nel campo della grafica multimediale – alle superiori avevo un certo interesse per Photoshop –, ma la storia finisce lì. Sono sempre stato negato nel disegno. Anzi, no: da bambino adoravo copiare, prima i disegni e poi i compiti in classe. Per cui possiamo dirlo con tranquillità: nessuna base consolidata, solo l’assiduo tentare, e ritentare. Sperimentare ogni volta, che poi è un po’ come mettersi in viaggio, esplorare, dare spazio alla curiosità. Per questo dipingo solo in astratto.
3) Cosa t'ispira?
L’inconscio, prima di tutto. È una parte essenziale dell’esistenza, così misteriosa e profonda, attraente e sensuale, sinistra e pericolosa… Quanti segreti si annidano nel profondo dei nostri sensi?
Da qui si dirama l’ispirazione; potremmo dire che ogni elemento, se colto nel giusto modo e nel giusto momento, può rivelare dettagli utili per l’ispirazione. In particolare, provo attrazione per le ombre e le luci, per la luna, per i sogni e per gl’incubi, e per le parole: le uso spesso per descrivere quello che percepisco nelle mie tele. Unisco pittura e scrittura e “dipingo storie”. Le parole non sono meno potenti di un suono o un colore, tutto si può collegare.
4) Hai qualche “maestro” spirituale?
Mi piacciono molto le opere di Kandinskij, sebbene lo stile geometrico non sia il mio forte e non possa definirmi “allievo”. Adoro Hieronymus Bosch, per il suo stile visionario e talvolta grottesco.
5) Dove hai esposto fin'ora? Attualmente possiamo vederli?
Adventum Regis |
Ho esposto in poche occasioni, ma con un pizzico di tempo libero in più dovrei essere in grado di mobilitarmi e cercare spazi, e locali che mi permettano di esporre le tele. Finora, escludendo sporadici mercati e bancarelle a Torino, ho organizzato una mostra presso la libreria Psiche, insieme a un’amica, nonché naturopata e artista: Arianna Cimma.
Per il momento è possibile vedere le mie creazioni sulla pagina facebook “The Chaos Theory” o sul blog: https://normansgro.wordpress.com/ nella sezione dedicata alla Pittura.
Dovessi organizzare qualcosa, lo scriverò senz’altro!
6) La famiglia e gli amici cosa dicono di questa tua passione?
Si scindono in due filoni: quelli che credono in me, e quelli che credono sia pazzo. Penso che entrambi abbiano ragione, tuttavia dipingo prima di tutto per passione e appagamento personale. Mi fa stare bene, così come mi fa star bene leggere o scrivere. A qualcuno può sembrare strano, ma è il mio mondo e il mio modo di comunicare – lo faccio tanto bene tramite una tastiera, quanto male dal vivo, certe volte.
7) Hai un motto? Se sì, qual è?
“L’Arte giustifica i mezzi.” E così sia!
8) Difficoltà e vantaggi di essere un pittore in erba.
Difficoltà: molte. Farsi notare dal pubblico non è semplice, ma nemmeno impossibile. È questione di tempo e di volontà, di sacrifici e ferite. Di passaparola e di spese, se necessario: biglietti da visita, mercatini, pubblicità. Il materiale: tele, colori, spray, attrezzi vari. Ma in fin dei conti non fumo, per cui posso usare i soldi che risparmio per migliorare questo progetto.
Più complicato è farsi notare all’interno dell’area competente e professionale dell’arte, quella composta di critici e gallerie, di tante belle e astruse parole e sottili profitti nell’ombra. Conoscere, saper riconoscere: è uno dei problemi degli artisti in erba e di chi vorrebbe ottenere fama e favori in breve tempo. Il fenomeno dell’editoria a pagamento, per citarne uno. In quell’ambito, così come nella pittura, è pieno di personaggi che non esiteranno a lodare la tua tecnica, il tuo così espressivo tocco pittorico, la tua raffinatezza e la capacità di cogliere il significato recondito del mondo. Ammesso che paghi.
Non pretendo che questo percorso sia tutto in salita: sono disposto a barattare, a comprare spazi e servizi, ma senza scendere a compromessi umilianti. Il mio intento è trovare persone che credano davvero in quello che faccio, che dicano: “Ah! Questo può interessarmi sul serio.”
Metamorfosi (30x40) |
Vantaggi: pochi, ma buoni. Siamo artisti in erba, per cui si può dire che possiamo osare. Non ci sono limiti e definizioni precise, non c’è un’aspettativa gravante. Se davvero ci piace quello che facciamo, lo faremo e basta. Dipingeremo, disegneremo, scriveremo di storie che ci riguardano o di mondi distanti, e suoneremo le note del nostro inconscio, perché tutto questo è liberatorio e, per alcuni, costante ricerca e crescita personale. Ci sono tantissimi tipi di arte che non conosciamo, ma penso che la cosa più bella – e utile – sia darsi una mano a vicenda, creare una rete di condivisioni e interessi, parlare e scambiarsi pareri, organizzare, cercare locali e coinvolgere altre persone. I social network ci aiutano in questo, per cui… Sfruttiamo le opportunità!
- Lynn
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