Sono mille
le contraddizioni che si abbattono su uno degli eventi più importanti a livello
mondiale. L’Esposizione Universale del 2015 si svolge a Milano nel periodo
compreso tra maggio e ottobre, ma questo lo sappiamo tutti.
Inizialmente
ero scettica, poi ho pensato che sarebbe stata una buona occasione per vedere
da vicino cos’è realmente l’Expo, cosa potrà lasciare all’Italia, come i vari
Paesi del mondo hanno interpretato il tema centrale, ovvero nutrizione e
alimentazione. E così ci sono andata, forse per tornare sui miei passi e
cambiare idea o, probabilmente, per fondare i miei dubbi e il mio scetticismo.
Ed è andata così.
Diario di bordo… Si parte!
Dopo una
piacevolissima e caldissima giornata a passeggiare per le vie di Milano gremite
di gente, si parte per Expo 2015. Tralasciando inutili dettagli di viaggio, la
prima cosa che mi ha colpito, entrando nell’area adibita per l’esposizione, è
stata la presenza inevitabile degli stand McDonald’s,
Coca Cola e Ferrero. E non si tratta di essere “prevenuti”; semplicemente
erano lì, di fronte ai miei occhi. Primo punto negativo, ma la giornata è
ancora lunga per rimediare. Fortunatamente, infatti, in breve tempo la
scenografia è cambiata aprendosi alla strada principale, il “Decumano”, sui cui
lati si estendono i padiglioni dei vari Stati del mondo.
Primo padiglione: Italia, (non) banalmente
Forse banale, ma il primo padiglione visitato
è stato quello dell’Italia. Un’ora e mezza circa di coda, resa piacevole dagli
imponenti giochi d’acqua e di luce dell’Albero
della vita, simbolo del nostro padiglione, nato dall’idea creativa di Marco
Balich.
Ventuno professionisti raccontano la propria esperienza |
Ci informano, inoltre, del percorso che
affronteremo: un viaggio alla scoperta del Belpaese attraverso le “potenze” che
ci caratterizzano. Si parte dalla potenza
del saper fare: una storia per ogni regione raccontata attraverso le parole
di professionisti dell’ingegno e dell’arte; uomini e donne che credono nell’Italia
e nelle sue potenzialità.
Al secondo
piano, la parte a mio avviso più suggestiva e affascinante, rappresentante la potenza della bellezza. Si entra nella “sala
del caos” in cui luci a intermittenza e pedana dissestata rendono lo spettatore
spaesato; all’uscita ci si trova di fronte a diversi schermi televisivi che
trasmettono notizie sulle diverse emergenze ambientali degli ultimi trent’anni.
Ansia e riflessione che preparano alla vera bellezza dell’Italia, ovvero arte e
paesaggi naturali. Diverse stanze allestite con specchi che riflettono su tutti
i lati i luoghi più incantevoli, dal mare alla montagna, dalle città arroccate
tra le rocce ai paesaggi fluviali, immergendo il visitatore all’interno degli
stessi. Un’emozione unica, devo ammetterlo. Mi sono trattenuta minuti e minuti
ad ammirare quanto ci sia di bello nel nostro territorio e quanto poco,
realmente, lo conosciamo. Stesse sensazioni nelle sale dedicate all’architettura
e alla pittura: colori, stili, epoche diverse. Proseguendo la visita mi sono
davvero resa conto del perché il nostro sia il Belpaese.
Un’interessante installazione è quella di risposta alla domanda “Italia: se non ci fosse?”: una grande plastico tridimensionale riporta tutti gli Stati che si affacciano sul Mediterraneo, a esclusione dell’Italia. Un vuoto, solo acqua a far riflettere il visitatore su quanto sia fondamentale la presenza dell’Italia nel Mediterraneo, ieri come oggi, tesi confermata da interviste rivolte a personalità di fama mondiale riportate su diversi schermi all’interno della stanza.
Sala degli specchi: arte e bellezza d'Italia |
Installazione tridimensionale "Italia: se non ci fosse?" |
Un’interessante installazione è quella di risposta alla domanda “Italia: se non ci fosse?”: una grande plastico tridimensionale riporta tutti gli Stati che si affacciano sul Mediterraneo, a esclusione dell’Italia. Un vuoto, solo acqua a far riflettere il visitatore su quanto sia fondamentale la presenza dell’Italia nel Mediterraneo, ieri come oggi, tesi confermata da interviste rivolte a personalità di fama mondiale riportate su diversi schermi all’interno della stanza.
Al terzo e ultimo piano ci si affaccia su una stanza scura, dove predomina la presenza di una riproduzione dell’Albero della vita al centro, tutt’intorno, teche di vetro accolgono spunti, idee e progetti provenienti da ogni regione d’Italia legati al tema dello sviluppo sostenibile nel rispetto del territorio. Ed è così che si ipotizzano coltivazioni sottomarine o su Marte. Infine, il visitatore è invitato a passeggiare in un vivaio di 21 piante, una per ogni regione, a testimonianza della consistente biodiversità presente sul nostro territorio. Sono, queste, la potenza del limite e la potenza del futuro.
Zafferano d'Abruzzo per l'allestimento delle coltivazioni regionali |
Uscendo dall’imponente
padiglione dell’Italia ci si sente inevitabilmente fieri della propria terra e
fiduciosi per il futuro, nonostante rimanga sempre l’amaro in bocca pensando a
quanto poco valorizziamo i nostri territori e a quanto poco siamo credibili
politicamente ed economicamente agli occhi degli altri Stati.
Si prosegue alla scoperta del mondo: Nepal
e Vietnam
Padiglione del Vietnam |
Il Vietnam ha regalato uno spettacolo bellissimo di balli e canti tipici: donne favolose avvolte in abiti tradizionali e dalle movenze regali ci hanno resi partecipi del cambio di abiti di una donna d’alto rango, il tutto accompagnato da strumenti di cui non conoscevo l’esistenza e voci pulite e lineari.
La Thailandia raccontata dagli occhi di Sua
maestà
Grande sorpresa, ma anche perplessità, nel
padiglione della Thailandia, la cui
struttura riprende simpaticamente il cappello tipico dei contadini: tre sale
attraverso le quali ci hanno fatto conoscere le bellezza naturali del paesaggio
thailandese, la cucina tipica, ovvero quella di strada, e le innovazioni
tecnologiche e professionali e, alla fine, e da qui il mio storcere il naso, un
filmato di propaganda a Sua Maestà Rama IX: tutto bellissimo, tutto all’avanguardia,
tutti che si vogliono bene, ma cosa c’entra con l’Expo? Sono uscita dal
padiglione con le idee confuse, poi, però, ho pensato che, effettivamente, l’amore
incondizionato per il Re è dovuto anche al grande sostegno nei confronti dei
contadini thailandesi volto alla sostenibilità delle coltivazioni. Insomma, non
è detto che se io non sia in linea con la politica del mio Paese, per forza
tutti debbano essere contro le misure adottate nel proprio. E, questo, credo
sia un ulteriore spunto di riflessione.
In Cina alla scoperta delle tradizioni
contadine
Servizio da té cinese |
Testi in lingua cinese |
Tutto raccontato con un occhio di riguardo alla tradizione contadina e ai paesaggi rurali, facendoci dimenticare, per un po’, della potenza emergente che sta conquistando tutti i mercati mondiali. Quasi da far tenerezza!
Qua e là per l’Europa: l’originalità olandese
Area relax nel padiglione olandese |
10+ al Regno Unito
Un viaggio
attraverso gli occhi di un’ape. Ecco spiegata la vegetazione alta e l’imponente
alveare da raggiungere alla fine del percorso, il tutto accompagnato dai suoni
prodotti da un vero alveare in collegamento dal Regno Unito. Semplice, ma d’impatto.
L’attenzione è rivolta all’importanza indiscussa del ruolo delle api nell’ecosistema,
incorniciata da studi idi ingegneria agraria.
Percorso verso l'alveare |
Nessun
eccesso, nessuna pomposità, nessuna propaganda, ma soltanto una grande
diligenza nell’affrontare i temi portanti dell’esposizione. Unica
contraddizione, a mio avviso, è stata la stampa e la consegna di biglietti
orari per evitare inutili code senza che ce ne fosse il bisogno. In ogni caso,
tanto di cappello al Regno Unito!
Nel cuore dell’Europa con Austria e Francia
Tra gli alberi del padiglione austriaco |
E si respira davvero aria fresca; sembra di essere in un’altra dimensione. Il percorso è costellato di informazioni sullo stato delle foreste e sui problemi ambientali e, alla fine, le domande “Cos’è, per te, l’aria?” e “Cosa faresti per migliorare il pianeta” invitano alla riflessione e a un esame di coscienza sulla mano pesante dell’uomo nella natura, lasciando agli ospiti la possibilità di rispondere con il proprio pensiero. La risposta più comune alla prima domanda? “L’aria è vita”.
Particolare di una parete nel padiglione della Francia |
L’Angola che non ti aspetti e il Brasile “non
solo samba”
Legumi angolani |
Ingresso padiglione del Brasile |
Il Brasile
accoglie i visitatori a superare una enorme rete per entrare nel padiglione, un
modo accattivante e divertente per attirare visite. All’interno, un percorso in
cui vengono mostrate le avanguardie tecnologiche del Paese, sempre attento al
rispetto dell’ambiente e all’utilizzo di energie sostenibili. In un altro ambiente
vengono riprodotte la storia e la cultura di questa terra lontana con
testimonianze fotografiche, sculture e libri antichi di cucina e tradizioni. Nel
percorso verso l’uscita, un giardino all’aperto mostra i prodotti tipici del
Brasile.
Anche la
Santa Sede sbarca all’Expo con un padiglione di modeste dimensioni. All’interno
l’ambiente si presenta austero ed essenziale con una suggestiva parete
completamente ricoperta di foto e immagini provenienti da tutto il mondo e, al
centro della stanza, dei monitor proiettano informazioni sull’impegno della
Chiesa nelle questioni ambientali e di sostegno alla popolazione. All’uscita ci
invitano a prendere dei “regali”, ovvero raffigurazioni di papa Francesco che,
però, prevedono un’offerta libera. E pensare che mi stava piacendo…
Kazakistan: last but not least
Protagonista
del prossimo Expo nel 2017 con il tema dell'energia, il Kazakistan ha deciso di fare le cose in grande. E
ci è riuscito!
Albero di mele tipiche del Kazakistan |
A partire dalla maestosa struttura che non passa di certo inosservata, dopo qualche minuto ci fanno entrare in una stanza in cui una bravissima artista disegna sulla sabbia la storia del Kazakistan, accompagnata da una voce che ci aiuta a comprendere. Si passa poi in una stanza ampia e luminosissima in cui vengono mostrati i prodotti tipici della zona: dalle mele “giganti” al prelibato caviale prodotto dallo storione in via di estinzione. Tutti sono cordiali e disponibili e un simpaticissimo signore ci illustra come il lago salato d’Aral, un tempo tra i più grandi del mondo, si sia prosciugato a causa dell’uomo.
Cluster del caffè e padiglione Save the
Children da non perdere
Cluster del caffè: Etiopia |
Assolutamente da visitare il cluster del caffè al cui interno molti Stati principali produttori di caffè hanno esposto prodotti e abiti tipici, soprattutto africani. Splendidi i colori dell’Etiopia e del Burundi, così come quelli di Yemen e Repubblica Dominicana. I corridoi tappezzati di immagini scattate da Sebastião Salgado, fotografo che apprezzo da molto tempo, hanno reso il tutto ancora più piacevole.
Cluster del caffè |
Expo promosso o bocciato?
Promosso,
fino a quando non si esce. L’atmosfera è accogliente, gli eventi sono tanti e l’organizzazione
mi è sembrata molto buona e ben strutturata e, nonostante fosse domenica, le
persone si distribuivano più o meno equamente tra i padiglioni evitando file
interminabili, anche se c’è da dire che ho personalmente evitato i padiglioni
più grandi, preferendo rendermi conto di come realtà più piccole avessero
risposto alla chiamata dell’esposizione universale. Girando tra i padiglioni ci
si rende conto di quanto siano differenti, tra loro, i Paesi e di come si siano
concentrati su alcuni aspetti piuttosto che su altri. È un’occasione unica, è
un evento di portata mondiale ed è stato interessante poter viaggiare un po’
per il mondo in questo modo.
Tuttavia,
rimane il pallino della contraddizione tra temi principali, nutrizione e
alimentazione, e i principali sponsor dell’evento. Questo soprattutto perché i
costi elevatissimi di esposizione hanno ovviamente compromesso la
partecipazione di realtà più piccole ma pur sempre caratteristiche; anche
alcuni Stati, come l’India, hanno rinunciato alla partecipazione per gli stessi
motivi.
Direi,
quindi, che Expo 2015 è l’esposizione universale di chi ha più denaro da investire
e questo è palese già solo osservando la grandezza e lo sfarzo dei padiglioni
stessi. Triste, ma vero.
Senza contare
le controversie che si celano dietro la costruzione per quanto riguarda l’eccessivo
sperpero di denaro a scapito della popolazione italiana. Mi chiedo, infatti,
cosa ne sarà dell’area adibita all’Expo, una volta terminato. Ma questa è tutta un’altra storia…
- Sher
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