Una panoramica raffinata e critica su un'epoca di passaggio.
Intanto, tradurlo in italiano con "Vizio di forma" è più o meno adatto, ma meno. Inherent Vice (2014, regia di Paul Thomas Anderson) significa proprio "vizio intrinseco" che forse è più chiaro, sì ma di che stiamo parlando? Stiamo parlando di contraddittorietà.
Il nostro protagonista è un hippie che fa l'investigatore privato. Il suo rivale è un poliziotto ossessionato dalla cultura dei figli dei fiori. Cercano un ricco ebreo scomparso che ama circondarsi di nazisti come guardie del corpo, la cui amante è una giovane hippie che viene completamente sedotta dal suo denaro e, in nome del suo "pacifismo" (teorico), subisce da lui ogni genere di sevizia. Associazione dentistica che nasconde un enorme traffico di cocaina. Un medico che abusa di una paziente ritardata. Devo andare avanti? Il vizio intrinseco di cui ci parla questo raffinatissimo film è quello di una generazione che si sta letteralmente vendendo. Il denaro, il potere, l'eccesso hanno soppiantato ogni coerenza richiesta dall'ideale che questi personaggi sono chiamati a rappresentare; così tutti si corrompono, tutti ricoprono ruoli in contrasto con quelle che sono (o meglio, dovrebbero essere) le proprie forme.
Gli anni '70 visti come una generazione in declino, un teatro di posa in cui ognuno alla fine è trasportato da quello che accade e mai fedele a sé stesso, il crollo delle opinioni che poi si svelano per la propria inconsistenza. La storia mi ha confuso, decine di nomi sparpagliati e fatti che avvengono di corsa; ma, se isolata, ogni sequenza offre spezzati molto originali e sintomatici di un periodo storico, scanditi da un Joaquin Phoenix calato credibilmente nella sua sgangherata parte; oltre che a godibili e pittoreschi personaggi pronti per essere sbalzati da un'imprevedibile successione di eventi.
- Alison
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