Cate Blanchett e Rooney Mara in una scena del film |
Delicatezza e dramma fusi in volti marmorei.
Siamo in un'America che soffre, asettica ingrigita e cupa; un'America degli anni '50, nervosa quanto laboriosa, attanagliata da un profondo proibizionismo.
Carol (2015, regia di Todd Haynes) mostra le possibilità di un amore omosessuale all'interno di una nazione così chiusa sulla propria morale; non si fanno sconti, il film non cerca parabole eccessivamente polemiche sulla società o sulla libertà, quanto piuttosto vuole lasciarsi andare alla purezza di un amore che riesce finalmente ad esprimersi, ma che a tratti pare una valvola di sfogo, una via di fuga.
Una ragazza appartenente ad un ceto basso, timida ed introversa, contrapposta ad una borghese elegante e sicura di sé, ognuna ingabbiata in piccoli lavori e mansioni che non sopporta, che non danno libertà e respiro; entrambe con una vita amorosa regolarmente eterosessuale, attendono come se la fine dovesse arrivare da sé. Come se fosse l'unico mondo possibile, un mondo infelice per entrambe, ritmato dagli sguardi impenetrabili di una Cate Blanchett scolpita nel marmo. Carol racconta una vita in contrasto con un pensiero comune, ma credo sappia rendere ancora meglio la verità semplice di un amore che si cerca.
Il mio suggerimento è di non perdersi troppo quindi in letture a sfondo politico, ai personaggi non interessa. Lasciatevi piuttosto trasportare da una storia; se l'amore è un'evasione, con questo film è un detto ideale, ogni ambientazione pare una prigione, un limbo, e l'unica speranza di libertà e colore è una fuga.
Siamo in un'America che soffre, asettica ingrigita e cupa; un'America degli anni '50, nervosa quanto laboriosa, attanagliata da un profondo proibizionismo.
Carol (2015, regia di Todd Haynes) mostra le possibilità di un amore omosessuale all'interno di una nazione così chiusa sulla propria morale; non si fanno sconti, il film non cerca parabole eccessivamente polemiche sulla società o sulla libertà, quanto piuttosto vuole lasciarsi andare alla purezza di un amore che riesce finalmente ad esprimersi, ma che a tratti pare una valvola di sfogo, una via di fuga.
Una ragazza appartenente ad un ceto basso, timida ed introversa, contrapposta ad una borghese elegante e sicura di sé, ognuna ingabbiata in piccoli lavori e mansioni che non sopporta, che non danno libertà e respiro; entrambe con una vita amorosa regolarmente eterosessuale, attendono come se la fine dovesse arrivare da sé. Come se fosse l'unico mondo possibile, un mondo infelice per entrambe, ritmato dagli sguardi impenetrabili di una Cate Blanchett scolpita nel marmo. Carol racconta una vita in contrasto con un pensiero comune, ma credo sappia rendere ancora meglio la verità semplice di un amore che si cerca.
Il mio suggerimento è di non perdersi troppo quindi in letture a sfondo politico, ai personaggi non interessa. Lasciatevi piuttosto trasportare da una storia; se l'amore è un'evasione, con questo film è un detto ideale, ogni ambientazione pare una prigione, un limbo, e l'unica speranza di libertà e colore è una fuga.
-Alison
Alla prossima settimana per un nuovo consiglio! Continuate a seguirci su Storici&Salottiere
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