Cesare Lombroso
è un antropologo criminale. L’antropologia criminale è una scienza, oggi in
realtà considerata pseudoscienza, da lui stesso fondata.
L’antropologia
criminale analizza il rapporto tra la natura di un reato e la personalità dell’esecutore,
prendendo in considerazione anche gli aspetti fisici dello stesso.
In particolare,
Lombroso ha analizzato, attraverso questa nuova scienza, il fenomeno del
brigantaggio nell’Italia meridionale dopo l’Unità, nel 1861. Qualche anno più
tardi, nel 1876 per la precisione, viene fondato il suddetto “Museo di
antropologia criminale” a Torino. Il museo ospita più di mille reperti umani,
insieme a disegni, fotografie e realizzazioni artigianali di carcerati e
internati nei manicomi criminali.
Interno del museo |
PETIZIONE IN ATTO PER LA CHIUSURA DEL MUSEO
Particolare all'interno del museo |
Change.org
si fa promotore della campagna “No Lombroso”, con oltre settemila firme, per
chiedere la chiusura definitiva del tempio delle polemiche. Così recita il
messaggio indirizzato al direttore scientifico Silvano Montaldo:
“Il museo è un omaggio della città a questo pseudo-scienziato che teorizzò l’inferiorità dei meridionali rispetto ai settentrionali, ad oggi le sue teorie, che si basavano sulla fisiognomica, sono riconosciute false e senza fondamenti scientifici, ma quel museo resta ancora aperto e mostra al suo interno centinaia di crani, diversi scheletri e ricostruzioni di volti in cera, ma con peli e capelli originali”.
MEMORIA STORICA O SEMPLICE TROVATA COMMERCIALE?
La petizione
è contrastata da una contro-petizione, molto più modesta, per evitare la
chiusura e mantenere attivo il museo.
Cesare Lombroso |
Nonostante sia
considerata ormai una pseudoscienza, priva di fondamenti scientifici certi,
credo che sia importante tenere in vita il pensiero antropologico di Lombroso,
proprio per far comprendere quanto non siano attendibili i suoi studi. Se il museo
chiudesse, dovremmo fare i conti con mille altre realtà legate ad argomenti
affini, come ad esempio gli studi di fisiognomica di inizio Novecento o, ancor
di più, il negazionismo, corrente pseudostorica e pseudoscientifica che, appunto, nega eventi
storici accertati, Olocausto in primis.
Inoltre, si
è liberi di visitare o meno l’allestimento di Torino, così come si è
altrettanto liberi di visitarlo e confermare la tesi definisce l’antropologia
criminale una pseudoscienza.
Vediamo cosa ne pensa il nostro storico Ruel.
IL MUSEO NON DEVE CHIUDERE
Grazie, Sher.Io penso, senza mezzi termini, che il museo debba restare aperto. E sono Napoletano con la lettera maiuscola.
Da storico, chiudere un museo del genere vorrebbe dire fare i conti col proprio passato nel modo peggiore: cancellandolo. Una damnatio memoriae simile minerebbe ai fondamenti stessi della Storia: capire il passato per migliorare il futuro. Da Napoletano non voglio che si cancelli un momento che ha fatto parte della nostra Storia. Anche se mi piacerebbe che su ogni spazio disponibile del museo comparisse la scritta:
L'antropologia criminale è ormai considerata senza alcun fondamento scientifico. Questo museo è aperto a ricordo di un periodo buio della nostra storia.
Fa comunque sorridere che l'Italia proprio non riesca ad avere un buon rapporto con la propria storia, e che cerchi sempre di piegarla al suo volere. La Storia non andrebbe toccata.
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Sher, Ruel
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