domenica 4 ottobre 2015

#PersonalitàOggi GLI EROI SILENZIOSI CHE CURANO SENZA TROPPE DOMANDE



"Il bombardamento è andato avanti per oltre 30 minuti dopo la segnalazione degli ufficiali americani e afghani. Tutte le parti in conflitto, incluse Kabul e Washington, conoscevano le coordinate delle nostre strutture già da mesi".  –Medici senza frontiere

"Bombardare un ospedale dove si curano i feriti è un atto di violenza inaccettabile. Un ospedale è un luogo di cura che come tale va tutelato e ciò è possibile solo se gli ospedali vengono rispettati da tutte le parti in conflitto, come previsto dalle convenzioni di Ginevra".  -Emergency

Questa puntata di “Personalità Oggi” voglio dedicarla, senza pensarci due volte, a tutti quei medici, infermieri e volontari che prestano servizio sanitario e umanitario nelle zone di guerra, povertà, carestia, fame. Quegli stessi medici che sono stati bombardati a Kunduz, in Afghanistan, la notte tra il 2 e il 3 Ottobre, ore 2.15 locali, da caccia-bombardieri statunitensi  che da tempo conducono raid aerei a sostegno delle truppe di Kabul per strappare la città dalle mani dei Talebani. Il bilancio, drammatico, è di almeno 20 vittime, tra cui medici e bambini, e decine di feriti. “Un errore” si giustifica la Nato, che ha condotto la spedizione. Un orrore, azzarderei invece. L’errore stesso sta nell’irrazionalità della guerra e questo attentato ha tutti i requisiti per essere definito un “crimine di guerra”.

Base ospedaliera MSF in fiamme a Kunduz, Afghanistan


La testata giornalistica "Internazionale" ha intervistato Stefano Zannini, direttore al supporto delle operazioni di Medici Senza Frontiere Italia in seguito all'accaduto: qui trovate il video.

MEDICI SENZA FRONTIERE: CHI SONO E DOVE OPERANO

Organizzazione internazionale privata, MSF opera nei luoghi del mondo in cui il diritto all’assistenza sanitaria e alle cure, anche di primo soccorso, non sia realmente garantito. Nasce per opera di alcuni medici francesi che nel 1971, a seguito degli orrori della guerra civile nigeriana, decisero di fondare un’organizzazione a sostegno di coloro colpiti dalle atrocità dei conflitti. Indipendente rispetto a qualsiasi partito politico, MSF opera in diciannove Paesi cosiddetti industrializzati e presta attività di assistenza in ben ottanta Paesi in tutto il mondo. Essendo neutrale politicamente, agisce a sostegno di chiunque abbia bisogno di aiuto, indipendentemente dalla religione, dal sesso e dall’opinione personale. Insomma, chi è malato e non può curarsi viene aiutato, che sia terrorista o prete.
Nel 1999 riceve il premio Nobel per la pace (sì, lo stesso che ha ricevuto Obama nel 2009)


"[…] come riconoscimento per il lavoro umanitario pionieristico che l’organizzazione ha realizzato in vari continenti. Fin dalla sua fondazione nei primi anni ’70, MSF ha aderito al principio fondamentale che tutte le vittime di un disastro, sia naturale sia di origini umane, hanno diritto a un’assistenza professionale, fornita con le maggiori celerità ed efficienza possibili. I confini nazionali e le circostanze e le simpatie politiche non devono influenzare la decisione su chi debba ricevere aiuto umanitario. Mantenendo un alto livello di indipendenza, l’organizzazione è riuscita a portare avanti questi ideali.”


In prima linea in occasione dello tsunami che nel 2004 ha devastato il Sud-Est asiatico e a seguito del tifone Yolanda nel 2013, nelle Filippine, l’attività di MSF è possibile soprattutto grazie alle donazioni che provengono, per la maggior parte, da sostenitori privati italiani.

EMERGENCY, IL FRATELLO GEMELLO

A rispondere immediatamente all’attacco subìto presso una struttura di MSF è stata l’organizzazione umanitaria nazionale italiana Emergency che ha accolto nei propri locali alcuni feriti sopravvissuti all’attacco. Nel territorio afghano, Emergency gestisce tre ospedali, un centro di maternità e quasi cinquanta posti di primo soccorso, oltre alle strutture sanitarie in Iraq, Sierra Leone, Repubblica Centroafricana, Sudan e Italia.
L’associazione, fondata nel 1994 da Gino Strada (che pochi giorni fa ha ricevuto il “Nobel alternativo” per il suo operato), si dedica principalmente alle vittime di guerra e alle emergenze chirurgiche, senza tralasciare la riabilitazione dei feriti, l’aiuto alle donne in gravidanza e il primo soccorso, sempre nel rispetto dei diritti umani, della pace e della solidarietà, principi cardine dell’ONG.
Dalla sua nascita, Emergency è intervenuta in sedici Paesi curando oltre sei milioni di persone. E non è di certo intenzionata a fermarsi.
Come MSF, Emergency sopravvive principalmente grazie alle donazioni private e raccolte fondi.

VOLONTARI E MEDICI SPECIALIZZATI: UN TEAM VINCENTE

Entrambe le organizzazioni si avvalgono si un team specializzato, composto da medici, cardiologi, chirurghi, fisioterapisti, infermieri pronti a dare la vita, come abbiamo tristemente constatato pochi giorni fa, per aiutare chi non ha la speranza di riuscire a sopravvivere. Sono un esercito di uomini e donne che portano cure e assistenza nelle zone più colpite della Terra. 
Centro pediatrico Nyala, in Sudan
Per ovvi motivi, ho sempre ammirato questi eroi (ripeto la parola eroi perché non saprei come altro definirli) e mi sono sempre chiesta cosa provano a decidere di lasciare la propria casa e la propria famiglia per recarsi in posti remoti, con il rischio di compromettere la propria vita. E ho sempre pensato che, se avessi avuto anche una minima predisposizione per le discipline mediche, probabilmente avrei considerato una scelta di vita di questo tipo. Tra il dire e il fare, certo, ci sono luoghi, affetti, paure, però credo che quello che spinge le persone a percorrere questa strada di vita sia al di sopra di ogni scusa per restare fermi.
Chapeau!

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- Sher

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