giovedì 24 settembre 2015

LIBRO VS FILM: “INTO THE WILD”, NELLE TERRE ESTREME



Moltissimi, forse tutti, avranno sentito parlare di Chris McCandless, alias Alexander Supertramp, un giovane ragazzo che, terminati gli studi, ha deciso di abbandonare tutto e tutti, donare tutti i suoi averi in beneficenza e partire per l’Alaska, alla scoperta di posti selvaggi e, soprattutto, di sé stesso.
Partiamo dal presupposto che amo la storia di Alex Supertramp, il suo coraggio, l’insofferenza nei confronti delle regole imposte dalla società, la voglia di evadere. Una storia vera, tra l’altro, e si sa che questo dettaglio non da poco incrementa sempre il pathos durante la visione o la lettura.
Ho visto prima il film, mi sono appassionata e ho letto il libro, anche se normalmente preferisco fare il contrario e costruire in testa la sceneggiatura, i personaggi, i luoghi, le diverse situazioni.


Emile Hirsch in una scena del film


Il film, scritto e diretto da Sean Penn nel 2007, mi ha letteralmente emozionata. Innanzitutto per la colonna sonora, che avrò ascoltato un migliaio di volte, di Eddie Vedder, leader del gruppo rock Pearl Jam, voce sporca e profonda e un ukulele che ti manda dritto in paradiso. Non avrebbe potuto fare di meglio, in particolare con il brano Society di denuncia contro i canoni del mondo moderno, consumista e globalizzato. Inoltre, la bravura di Emile Hirsch, nei panni di Chris/Alex, non è indifferente. La maggior parte del film si svolge nelle fredde terre d’Alaska in solitudine con le difficoltà annesse ai pericoli esterni, alla ricerca del cibo e di un alloggio. E non è facile riuscire a coinvolgere lo spettatore quando il copione prevede pochi, pochissimi dialoghi. Perfettamente calato nella parte.
E poi ci sono i paesaggi. Maestosi, incontaminati, dominati solo da Madre Terra; luoghi in cui l’uomo non ha diritto di proferire parola, ma solo di osservare e inchinarsi allo spettacolo della natura. Da pelle d’oca.
Purtroppo, come capita spesso nella riproduzione cinematografica, mancano tante scene e dettagli che avrebbero contribuito a rendere il film ancora più reale e perfetto.

Il libro è stato scritto nel 1997 da Jon Krakauer, basato sulle testimonianze delle persone incontrate da Chris/Alex durante il percorso verso l’Alaska e sui diari e appunti che il giovane era solito scrivere, ovunque si trovasse.  Durante il lungo viaggio, infatti, diversi sono stati gli incontri umani; dalla coppia spensierata di hippie, innamorati della natura e del vivere alla giornata senza troppi programmi, al trebbiatore del South Dakota che gli offre un lavoro fino ad arrivare a Ron, un veterano legato al suo passato, che con i suoi discorsi sulla libertà e sull’amore fraterno si rivelerà fondamentale e che è stato un bel punto di partenza per molte riflessioni anche per me.


Non fissarti in un posto, muoviti, sii nomade, conquistati ogni giorno un nuovo orizzonte. Vivrai a lungo, Ron, e sarebbe un peccato se non cogliessi l'opportunità di rivoluzionare la tua esistenza ed entrare in un regno di esperienze tutto nuovo.”


Nel libro si evince la meticolosità con cui l’autore ha ricercato informazioni e testimonianze, correlate anche da mappe geografiche. Per farti sentire un po’ più vicino a Chris/Alex durante il suo viaggio.
Un’esperienza quasi mistica è quella che si prova leggendo il libro, il magone che accompagna costantemente la lettura e la voglia, alla fine, di intraprendere un cammino, interiore o esteriore. La riflessione che, effettivamente, siamo completamente immersi nella modernità e nella tecnologia, ma siamo capaci di ignorarci stando uno di fronte all’altro.
E, alla fine, un importante messaggio del protagonista stesso:
"Happiness only real when shared": la felicità è autentica solo se condivisa.

Chris McCandless in un autoscatto davanti al "Magic bus", suo alloggio in Alaska


Consigliato: a tutti. Per chi ama viaggiare, per chi vorrebbe ma non può farlo, per chi è insoddisfatto della modernità, per chi vuole perdersi nelle gelide terre d’Alaska, per chi è credente e per chi non lo è.

Sconsigliato: a voi spiriti liberi, perché dopo la lettura del libro e la visione del film preparerete lo zaino senza pensarci due volte, qualsiasi cosa voi siate.


“Da due anni cammina per il mondo. Niente telefono, niente piscina, niente animali, niente sigarette. Il massimo della libertà. Un estremista. Un viaggiatore esteta la cui dimora è la strada. Scappato da Atlanta. Mai dovrai fare ritorno perché the west is the best. E adesso, dopo due anni a zonzo, arriva la grande avventura finale. L’apice della battaglia per uccidere l’essere falso dentro di sé e concludere vittoriosamente il pellegrinaggio spirituale. Dieci giorni e dieci notti di treni merci e autostop lo hanno portato fino al grande bianco del Nord. Per non essere mai più avvelenato dalla civiltà, egli fugge, e solo cammina per smarrirsi nelle terre estreme”.  Alexander Supertramp, Maggio 1992.
(citazione ritrovata sul “magic bus”, il famoso autobus adibito ad alloggio da Chris/Alex, ndr).

- Sher

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