mercoledì 23 settembre 2015

Enrico Stel e la sua Katabasis dalla scrittura verso il cinema

[Chiara Franchi è una delle nostre nuove free-lance. In pieno accordo con lo spirito di Storici&Salottiere, la vedrete altre volte qui come collaboratrice per interviste e dare spazio agli artisti emergenti. Qui dà voce a Enrico Stel, scrittore di thriller friulano amante del cinema. Il suo ultimo romanzo, Katabasis, è un thriller (Katabasis vuol dire discesa agli inferi ndr)]

Ciao Enrico e grazie per esserti prestato a questa chiacchierata. Cominciamo con la più banale (e la meno banale) delle domande. C’è stato un momento specifico in cui ti sei detto “Voglio fare lo scrittore”? 
Avevo dieci anni quando vidi al cinema il Batman di Tim Burton e una volta uscito dalla sala ho capito che scrivere per il cinema era esattamente quello che avrei voluto fare nella vita. Non avendo però modo di misurarmi con il cinema, ho capito che il miglior modo per cominciare era scrivere dei romanzi. A dire il vero, il primo approccio con l’editoria non è andato molto bene, tanto che per anni ho accantonato la mia passione. Solo nel 2008 ho ritrovato il piacere di stare davanti alla tastiera: è nato così Baby’s Got a Temper, il primo romanzo che sono riuscito a pubblicare.

Sei a dir poco prolifico: sette romanzi in quattro anni e stai già preparando il settimo.  In più giri dei corti. Insomma, non conosci crisi d’ispirazione. Dicci, qual è il tuo segreto?!?! 
Non c’è nessun segreto, semplicemente amo quello che faccio più di ogni altra cosa al mondo e cerco costantemente di migliorarmi. Mi piace dire che la creatività è come un muscolo: va sia allenata, sia fatta riposare. Di recente ho avuto quella che possiamo considerare la mia prima crisi, anche se ho capito ben presto che la mia vena creativa non era sparita: si era solo presa un periodo di maternità. Ora che ha sfornato una bella cucciolata di idee, credo che ci sarà da divertirsi. Quello dei corti è un mondo al quale mi sto affacciando pian piano, che vedo come la naturale evoluzione di quello che faccio. Vorrei mettere assieme una squadra di persone capaci e piene di entusiasmo. Anzi, sapete cosa vi dico? L’entusiasmo è più importante della capacità. Strada facendo si può migliorare, ma l’entusiasmo o ce l’hai o non ce l’hai, e con me non voglio persone negative o pessimiste.


"Grida, ti sfido!"

Leggendo Katabasis è impossibile non farsi trascinare dal tuo stile “cinematografico”…la  tua vocazione per la sceneggiatura  è evidente.
Scrivere per il cinema è quello che ho sempre voluto fare. Non riesco a buttar giù nemmeno una parola senza prima immaginare gli attori, le inquadrature, le musiche e perfino la fotografia di ogni scena. Un giorno mi piacerebbe misurarmi con il mondo del cinema, anche se ora come ora ho difficoltà perfino a girare un video di dieci secondi col mio smartphone! Però mi piace mettermi in gioco e imparo in fretta. Nel mio futuro, comunque, ci sono anche delle graphic novel. Voglio diventare un autore completo, a 360 gradi. Per questo mi cadono le braccia quando mi sento dire che scrivo solo di vampiri.

L’idea di ambientare un thriller a Palmanova è davvero originale e intrigante. Com’è nata?
Sono nato a Palmanova e ho sempre sentito di avere un legame molto forte con questa cittadina. Nel 1990 ho potuto visitare le gallerie sotterranee ed è stato un vero e proprio colpo di fulmine. Palmanova ha un fascino che pochi posti al mondo hanno, è una location pazzesca che  andava assolutamente omaggiata. Ma per quanto mi riguarda tutto il Friuli meriterebbe una maggiore visibilità: ci sono almeno altri tre o quattro luoghi che un giorno troverete in un mio romanzo.

Anche in questo romanzo hai affidato i ruoli centrali a delle ragazze. È una mia impressione o hai un debole per le protagoniste femminili?  

Ho sempre avuto un debole per i personaggi femminili forti. In questo momento mi viene in mente la Ripley di Alien, ma potrei citare anche Katniss di Hunger Games, per fare un esempio più recente. I miei romanzi parlano spesso di personaggi ordinari coinvolti in situazioni tutt’altro che ordinarie, che ti costringono a tirar fuori quello che non credevi di avere. Katabasis non avrebbe mai funzionato con dei protagonisti maschili. Solitamente sviluppo i personaggi basandomi su attrici poco conosciute e mi piace pensare di rendere loro quel merito che gli altri non hanno ancora riconosciuto.

Tra le tue fonti di ispirazione, oltre alla letteratura, citi il cinema e la musica. In che modo influenzano il tuo modo di scrivere? Quali sono stati i tuoi riferimenti per la stesura di Katabasis? 
E non dimentichiamo le serie TV! Ho scritto Katabasis tra il 2013 e il 2014, e quando ho visto la prima stagione di True Detective mi si è aperto un mondo (non a caso, tra i ringraziamenti c’è Cary Fukunaga). La musica ha avuto un ruolo fondamentale sia in questo che negli altri miei romanzi. Alcuni dialoghi sono presi di pari passo dal testo di qualche canzone e molti dei miei titoli sono di fatto il titolo di qualche canzone.

Qualche anticipazione sul prossimo romanzo? O è top secret? 
A breve, anche se non sono ancora in grado di dare una data ufficiale, uscirà Crown of Thorns, il mio ottavo romanzo. È il seguito di Want You Bad, il primo romanzo che ho pubblicato con Arpeggio Libero ed è un progetto che mi sta a cuore per diversi motivi. In realtà è pronto dal 2013, ma ho voluto rimandare la pubblicazione per effettuare alcune modifiche. Si tratta di un urban fantasy più maturo rispetto a tre anni fa. Diciamo che dalla ricetta ho voluto togliere un po’ di zucchero. Il terzo romanzo di questa trilogia, invece…beh, dubito arriverà presto, perché ho altri tre o quattro progetti in cantiere.

Infine, un consiglio per tutti gli aspiranti scrittori. 
Certo, non bevete e non vi drogate! A parte gli scherzi: credete sempre in voi stessi, perché nessun altro lo farà. Leggete più che potete e guardate tanti film, anche quelli brutti. Vi aiuteranno a capire cosa piace alla gente e cosa non dovete assolutamente fare.

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