martedì 28 luglio 2015

#PERSONALITÀ OGGI Samantha Cristoforetti, orgoglio spaziale

Prima donna italiana nello spazio, detiene il record di permanenza tra gli astri. È Samantha Cristoforetti, classe 1977, due lauree in ingegneria meccanica e in scienze aeronautiche, capitano dell’Aeronautica militare, 200 giorni consecutivi nello spazio, nominata Dama di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana dal Presidente della Repubblica Mattarella.
La missione, denominata Futura, inizia nel novembre 2014, quando insieme ad altri due colleghi, i russi  Anton Shkaplerov e Aleksandr Samokutyayev , parte per la Expedition 42/43, la quarantaduesima missione verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) a bordo della navicella russa Soyuz.  

Una missione dagli importanti risvolti scientifici relativamente allo studio di determinati fenomeni in assenza di gravità, al comportamento delle forme di vita in ambiente spaziale, alla comprensione del funzionamento del corpo a livello delle cellule, il tutto finalizzato in preparazione di tempi sempre più lunghi lontani dal pianeta Terra, per il raggiungimento, ad esempio, del suolo marziano.


Penisola italiana vista dalla navicella Soyuz

Durante tutta la sua permanenza in orbita, Samantha ci ha tenuti aggiornati tramite il diario di bordo, Avamposto 42, condividendo con noi le impressioni, i progressi, i pasti giornalieri, piccoli aneddoti dallo spazio e, soprattutto, tramite la sua pagina facebook, ha postato quotidianamente foto mozzafiato e panoramiche da ogni parte del globo terreste, facendoci sentire un po’ più vicini a lei.
Partita da astronauta, è tornata da celebrità, tanto che solo al suo ritorno si è davvero resa conto del successo riscosso tra sulla Terra, anche se ci tiene a precisare che “un astronauta non fa la celebrità di professione” .  

Suggestiva aurora sulla regione Baltica
Tra i ricordi più vividi che Sam porta con sé ci sono la leggerezza, il poter fluttuare nell’aria e, a livello fisico, rimangono indelebili i momento della partenza e del rientro. Quest’ultimo, in particolare, lo descrive così: “aspetti i motori che si accendano al momento giusto e al tempo giusto. Poi c’è la separazione della navetta: abbiamo visto dal finestrino e andava tutto bene, eravamo orientati bene con la terra. Ho visto quindi l’ultima alba, l’ultimo passaggio dalla notte verso la luce. Poi si accendono i motori c’è la separazione dalla navetta e di colpo eravamo in una piccola capsula che ci avrebbe riportato a terra. Poi attendi l’atmosfera, il segnale che sei entrato nel momento giusto. La fase in cui attraversi gli strati dell’atmosfera: vedi le fiamme, il plasma, che avvolgono la capsula. Quindi senti l’accelerazione, e anche un grammo dopo 6 mesi sembrano tonnellate. Diventi sempre più pesante. E poi ovviamente l’apertura del paracadute. Quando si apre il primo arriva una grande botta, e la capsula gira su se stessa, e sembra di stare dentro una lavatrice impazzita. Poi si apre il secondo, e dopo quello sai che stai arrivando a casa sano e salvo. È stato bello alla fine vedere il Kazakistan vestito di verde che ci aspettava. Infine l’impatto con il terreno, ti metti in posizione, poi ti prepari all’impatto e boom sei a terra”. 


Scorrendo un po’ il diario di bordo, seguito con interesse e curiosità, ecco che ritrovo la prima pagina del primo giorno di missione, datata 24 Novembre 2014, dal titolo “L+! WOW WOW WOW… STO SCRIVENDO DALLO SPAZIO!” in cui sono contenute le primissime impressioni a caldo, l’arrivederci alla famiglia appena qualche ora prima, la curiosità di sapere come si svolgerà la missione e “i primi goffi tentativi di “volare”, consumare il primo pasto, Butch che ci faceva il briefing sulla toilette, Terry che mi chiamava per vedere il sorgere del sole dalla Cupola… e così tante altre impressioni. Il mio cervello avrà bisogno di diversi giorni per elaborare tutto questo e prometto che condividerò tutto ciò che potrò!”… Quasi da riuscire a sentire il battito del cuore accelerato per l’emozione e l’eccitazione.



Splendida panoramica della costa atlantica del Sud America

E poi, il 12 Maggio, 170esimo giorni di missione, quando sarebbe dovuta ripartire appena il giorno dopo, ecco la notizia del prolungamento della missione per un altro mese circa e le parole dell’astronauta nel dare la notizia “Oggi Roscosmos, l’Agenzia Spaziale Russa, ha ufficialmente annunciato che il nostro atterraggio è rimandato all’inizio di giugno, vale a dire che… Terry, Anton e io potremo rimanere nello spazio per qualche altra settimana! Mentre scrivo queste righe non riesco proprio a credere che la nostra data di atterraggio originale fosse domani, e a quest’ora starei per entrare nel mio sacco a pelo sulla ISS per l’ultima volta. Immagino che non fossi ancora del tutto mentalmente pronta a partire, in parte certamente per il fatto che questo cambiamento di programma è stato nell’aria da un po’ di tempo”.
 

Samantha appena dopo l'atterraggio in Kazakhstan
Un’avventura emozionante dietro alla quale si celano un intenso lavoro di squadra, come ha sempre sottolineato AstroSamantha, allenamenti fisici quotidiani, monitoraggio costante delle condizioni di salute, ricerche ed esperimenti, scatti rubati alla Terra vista dall’alto.
Grazie Sam, orgoglio italiano!
- Sher

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