mercoledì 27 gennaio 2016

Tesi, il ritorno. Le 10 frasi della disperazione

Per la seconda volta nella mia vita ho l'onore di stampare una tesi. 50 pagine di sofferenza in inglese, contornate da lacrime da 'ma chi me l'ha fatto fare?', scritte sudando disperazione.
Ho consultato altri colleghi/coetanei che sono nella mia stessa situazione ed ecco le frasi più belle uscite davanti a vari caffè.

  1. Mi fingo morta e mi nascondo nelle valli.
  2. Non posso sparire? Puf! Col teletrasporto!
  3. Calma. Uccidere è ancora illegale.
  4. Ma chi me l'ha fatto fare? Non potevo fare il cuoco? È più creativo!
  5. Voglio solo sbattere la testa contro il tavolo. 
  6. Era meglio se aprivo una pasticceria.
  7. Era meglio se andavo a lavorare in miniera.
  8. Tanto la tesi non serve a niente. 
  9. Perché devo discutere? Consegno e basta. Possono bruciarla la tesi. È anche stagione di caminetto. 
  10. Vado in Grecia ad allevar capre e coltivare i pomodori. 

Insomma, siamo tutti concordi che tesi equivale a stress, mal di testa e influenza se scritta in stagione invernale.
Nessuno inizia abbastanza presto, tutti si ritrovano con un capitolo da scrivere, riscrivere o ricreare due giorni prima della stampa. Potrebbe essere matematico.
I professori magari vanno all'estero per conferenze, o hanno altri laureandi che implorano attenzione.
Sì, si può dire: è una lotta al colosseo. Siamo tutti gladiatori dell'educazione, pronti a combatterci a vicenda per un pollice in su e un 90/110.
E ovviamente questo articolo è ricco di luoghi comuni e frasi senza senso.


Tra qualche giorno riprendo con gli argomenti seri. Promesso.

- Lynn

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