sabato 24 settembre 2016

Un film per il weekend: RANGO


Rango (2011)
Un film d'animazione per bambini? Sì, ma anche no.
Premessa d'autore è che, in media, i film d'animazione mi fanno scendere la voglia di vivere e divertono come l'aspirapolvere di mamma alle 7 del mattino. Capitai, in una notte insonne, su canali sconosciuti e mi imbattei in Rango.

Rango (2011, regia di Gore Verbinski) tratta la storia di un camaleonte-geco-lucertola indefinita d'appartamento, che si ritrova catapultato nel deserto. Come inizio non sembra nulla di che: la trama è serrata, il ritmo veloce e le battute simpatiche (talvolta scorrette, il che mi ha fatto pensare se un bambino le avrebbe realmente capite tutte). Ma i punti focali d'interesse solo altri: la caratterizzazione decisamente originale e particolareggiato dei personaggi, tutti curiosi e ben definiti, un tocco di classe che annega ogni semplicità e il disegno dal quale si vede senza alcun dubbio una grande cura e maestria per il dettaglio, il che rende molto più godibili le sequenze.

Poi ad una seconda occhiata abbiamo una vivace parodia del cinema western, ce ne sono di luoghi comuni e situazioni tipiche rese buffe o colte nella loro ripetitività; il team di autori alle spalle sembra essersi prima fatto un'idea abbastanza marcata. Ultima cosa, non meno importante (anzi!), il sottofondo esistenzialistico; ad accompagnare il viaggio della nostra lucertola è una domanda (domandina): "Chi sono io?". Rango (non l'ho ancora detto, è il suo nome) è un personaggio buffo che ama il mondo del teatro, si finge chi non è per piacere ad una cittadina, insegue un ruolo ed un'identità durante tutto il suo rocambolesco viaggio.

In modo forse leggero e un po' ingenuo, il film si presta ad un imprinting formativo di spessore, Rango cerca di capire chi è, capisce che non è una cosa che si decide di punto in bianco, non è SOLO una scelta, né si può fingere ed improvvisare, per il gusto di piacere; identificarsi è un percorso, trovarsi è un cammino che non ha termine e si definisce nelle cose che ci accadono anche ben al di fuori della nostra volontà.
Ho parlato di film per bambini, sì, ma anche no: un film formativo per ragazzi, che se colto nel suo sottofondo (con la giusta leggerezza), si presta ad un'esperienza di non solo divertimento. Quindi prescritto per figlioli, cuginetti e nipotini!





-Alison

Alla prossima settimana per un nuovo consiglio! Continuate a seguirci su Storici&Salottiere


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